Oggi ho preso parte al corteo dei lavoratori del settore auomotive a Torino, da piazza Castello fino a piazza Palazzo di Città con il presidio sotto Palazzo Civico. Il corteo è stato organizzato dai sindacati Aqcfr, Fismic e Ugl per chiedere azioni immediate sul futuro della produzione torinese e risposte alle sfide e alle esigenze del comparto, ma anche una maggiore attenzione da parte della politica e delle istituzioni ai problemi dei lavoratori. Una manifestazione seguita all’assemblea pubblica di ieri alla storica Porta 5 della Fiat, organizzata da tutte le sigle sindacali e alla quale hanno partecipato la collega Sarah Disabato e il capogruppo M5S di Torino Andrea Russi, e che fa il paio con il corteo nazionale di quest’oggi a Roma. Sempre questa mattina ho inoltre incontrato i manifestanti dello sciopero Cobas alla Porta 20 di corso Settembrini.
A preoccupare sono il destino dei lavoratori di Stellantis, il calo delle produzioni e la cassa integrazione a Mirafiori (prorogata fino al 4 novembre), le difficoltà delle aziende dell’indotto, a partire dalla crisi della Lear, e la generale mancanza di prospettive.
Negli anni abbiamo assistito di continuo a promesse e annunci di nuove produzioni che avrebbero dato ossigeno al settore automotive torinese, eppure non siamo mai veramente arrivati ad un punto di svolta. La verità è che senza un rilancio degli stabilimenti di Mirafiori, senza valide misure strutturali, il destino di Stellantis è segnato. Ma è segnato anche il destino del tessuto industriale torinese e piemontese. Auspichiamo che gli interessi di Stellantis non si spostino ulteriormente dalla produzione di auto ai servizi finanziari che offre…
Politica e istituzioni non possono più stare a guardare, servono forti prese di posizione e misure di sostegno quali l’integrazione al reddito dei cassintegrati, proposto dal Movimento 5 Stelle e portato avanti dalla Regione Piemonte. Intanto il Governo Meloni non fa altro che criminalizzare le lotte operaie e il dissenso con oscenità normative quali il Ddl sicurezza.
Non c’è più tempo. È in pericolo il futuro non solo del settore auto, ma di tutto un indotto da tempo in crisi.
Alberto Unia, Consigliere regionale M5S Piemonte