La consultazione popolare di Chiamparino è una presa in giro nei confronti dei cittadini piemontesi. Una perdita di tempo e denaro. Di tempo perché la Regione deve pensare prima a chiudere il bilancio e di denaro perché l’ente non ha nessuna competenza sul TAV. Quello di oggi è l’ennesimo spot elettorale di Chiamparino su un cantiere per il quale non ha nessun strumento per intervenire. Al massimo potrà andare a vedere il cantiere con le braccia dietro la schiena.
Singolare che si scopra, tutto ad un tratto, la democrazia diretta dopo che per oltre 20 anni nessuno ha chiesto il parere alle popolazioni interessate a quest’opera. All’improvviso si scoprono anche ipotesi alternative, come la cosiddetta “mini TAV”, che devono essere rispedite al mittente se prevedono la possibilità di realizzare il tunnel di base.
La narrazione secondo cui il Piemonte sarebbe “all’angolo” per colpa di chi si oppone al Tav è una storiella fantasiosa. La realtà è ben diversa. Il Piemonte è stata una Regione con un debito di 10 miliardi di euro, l’unica del nord Italia ad esser stata sottoposta al piano di rientro, l’unica in cui si sono verificati due scandali per le firme false, la regione di Rimborsopoli, delle mutande verdi e dello scandalo Finpiemonte. Ed i responsabili sono gli stessi che vogliono il TAV: destra e sinistra che hanno entrambi governato il Piemonte.
Nel frattempo, mentre Chiamparino si riempie la bocca parlando solo di TAV, si dimenticano le vere priorità del Piemonte: sanità efficiente, Trasporto pubblico locale, edifici scolastici sicuri e messa in sicurezza del territorio.
Gruppo regionale Movimento 5 Stelle