lunedì, Maggio 13, 2024

Sanità

+1000 posti letto

Dopo i pesanti tagli apportati da Cota e Chiamparino (da 17700 a 14400 pl) occorre rivedere la Rete ospedaliera al fine di raggiungere progressivamente il numero massimo di posti letto secondo quanto previsto dalla L.189/2012 (dl Balduzzi) e Regolamento degli Standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera (DM 70/2015). I posti letto per acuti devono progressivamente aumentare sino al tetto di 3 per 1000 abitanti e quelli per post acuti scendere a 0,7 per 1000 abitanti, con un’adeguata redistribuzione territoriale. In tal modo la regione Piemonte otterrebbe 1.000 posti letto in più rispetto agli attuali.

La previsione di nuove strutture ospedaliere deve garantire il numero di posti letto sopra citato (3,7 per 1000 abitanti).

Nuovo piano socio sanitario partecipato: superamento della DGR 1-600, nuova rete ospedaliera

Subito un nuovo piano socio-sanitario partecipato e condiviso dalle amministrazioni locali, dagli operatori sanitari e dai cittadini che miri a superare le storture di anni di commissariamento, di tagli ai posti letto, di chiusure di ospedali, servizi, reparti senza rafforzamenti delle strutture territoriali e senza aver creato reti ospedaliere forti, fatte salve alcune eccezioni.

Le ASL, aventi più di un ospedale Spoke sede di DEA di I livello, devono prevedere una rete ospedaliera pluripresidio che consenta di identificare eccellenze per ogni ospedale dell’ASL, capaci di attrarre professionisti e pazienti, il tutto all’interno di una rete di eccellenze sovra-aziendale.

Occorrerà analizzare i costi-benefici di ogni chiusura effettuata e i costi-benefici di una eventuale riapertura di servizio. In particolare bisogna valutare prioritariamente la riattivazione dei servizi dell’Ospedale Oftalmico di Torino, a partire dal Pronto Soccorso, in considerazione anche del mancato avvio dei servizi che avrebbero dovuto essere riallocati ed attivati con la dismissione dell’Oftalmico, per non ripetere la fallimentare gestione dell’ex ospedale Valdese; dei punti nascite chiusi, a partire da quelli di Susa, Cuorgnè e Tortona garantendo punti nascita plurisede che garantiscano complessivamente un numero di parti superiore a 500/anno e con la rotazione del personale la manualità sufficiente per garantire la sicurezza delle partorienti.

Liste d’attesa zero

Ogni prestazione sanitaria dovrà essere erogata dal SSR pubblico nel rispetto delle tempistiche prescrittive previste dalla normativa che sono: 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami non classificati Urgenti né Brevi. Nel caso in cui tali tempistiche non siano rispettate, si prescrive l’adozione di piani di rientro dei tempi d’attesa aziendale anche ricorrendo ad una forma di “accesso diretto” tramite l’utilizzo temporaneo dello strumento previsto dal D.lgs 124 del 1998 all’art. 13 (pagamento da parte dell’ASL delle visite in intramoenia o a strutture private); al rientro nei tempi previsti o nel caso di mancato rientro entro le tempistiche del piano di rientro, si interromperà il pagamento da parte dell’ASL delle visite in intramoenia e si sanzionerà il direttore generale fino alla possibile revoca dell’incarico, il tutto previa valutazione dei flussi di visite tra istituzionali e private intramoenia.

Pubblicazione online delle agende pubbliche e private e delle tempistiche di attesa. Sanzioni per chiusura di agende di prenotazioni senza giustificato motivo.

Contrasto mobilità passiva

Pubblicazione online sul sito della Regione dei dati della mobilità attiva e passiva per singola ASL, per branca specialistica, per singolo DRG, in modo da attuare nel più breve tempo possibile un PIANO REGIONALE DI CONTRASTO ALLA MOBILITA’ PASSIVA per recuperare risorse tramite la creazione di eccellenze sanitarie nei territori di confini verso le Asl della Lombardia e della Liguria ad oggi maggiormente attrattive.

Sicurezza negli ospedali

I reparti ospedalieri andranno “umanizzati” mantenendo però la sicurezza per il personale e per i degenti: l’ingresso fuori dall’orario di visita verrà concesso ad un solo parente del ricoverato e fuori dall’orario di visita si renderà obbligatoria la chiusura delle porte d’ingresso ai reparti.

Occorre anche predisporre sistemi di videosorveglianza sia nelle strutture sanitarie che in quelle socio sanitarie nonché di vigilanza attiva nei Pronto Soccorso – DEA con presidio h. 24/24 di Forze dell’Ordine oltre a sistemi di alert in tempo reale.

Appalti e nomine trasparenti

Le nomine dei Direttori generali delle ASL non dovranno essere più nomine politiche bensì basate su criteri di selezione oggettivi stilati da giurie non regionali e non politiche.

Sfruttamento dei nuovi investimenti pubblici nazionali per l’edilizia sanitaria (+4 miliardi euro) e per l’acquisto e/o rinnovo della tecnologia sanitaria, mettendo da parte il ricorso al partenariato pubblico privato laddove non necessario, ricorrendo all’indebitamento classico tramite mutuo bancario oppure ai finanziamenti della CDP, o delle casse previdenziali pubbliche (INAIL, INPS) o private come quella dei medici (ENPAM);

Proseguire nel ricorso al dibattito pubblico per i grandi progetti ad iniziare da quello del Parco della Salute di Torino al fine di assicurare la corrispondenza tra bisogni ed offerta di servizi.

Costituzione di una task force regionale di controllo della regolarità degli appalti pubblici nelle ASR, con l’istituzione di una Commissione consiliare speciale di indagine, anche per evitare appalti al massimo ribasso negli appalti di servizi che finiscono per comprimere i diritti e gli stipendi dei lavoratori;

Corretto fasaggio temporale degli appalti delle singole ASR, in modo da procedere a gare regionali (tramite SCR) o sovra-aziendali tramite azienda di riferimento;

Assunzione personale sanitario

Creazione di standard regionali di fabbisogno di personale sia medico che infermieristico per reparti e servizi sulla base di:

  • caratteristiche socio-demografiche della popolazione delle singole ASR
  • domanda di servizi sanitari, previa valutazione di appropriatezza prescrittiva
  • offerta di servizi sanitari, previa valutazione di appropriatezza organizzativa
  • analisi della mobilità sanitaria attiva e passiva, suddivisa per patologie e tipologie di interventi

al fine di procedere alle assunzioni del personale necessario secondo i tetti di spesa nazionali; richiesta maggiore flessibilità per reinternalizzare i servizi sanitari oggi appaltati a cooperative o Agenzie che forniscono “gettonisti” medici o infermieri con contratti precari.

Riconoscimento della figura dell’assistente sanitario quale intermediario fondamentale tra diagnostica del medico e assistenza infermieristica in particolare nel percorso della prevenzione. Creazione di un corso di laurea universitario in Piemonte.

Potenziamento rete territoriale

Potenziamento dei consultori familiari, pediatrici e ginecologici in modo da trasformarli in CASE DELLE FAMIGLIE con obiettivo di supporto alla natalità e alla corretta genitorialità;

creazione di punti d’ascolto separati per adolescenti, anche relative all’utilizzo di sostanze psicoattive;

Autorizzazione al progetto della “Casa della maternità” per permettere il parto naturale, in condizioni di fisiologia, in strutture simili al contesto domiciliare, ma “protette”, con riconoscimento di una quota sanitaria;

Trasformazione di strutture di ricovero per lungodegenza (post acuzie ospedaliere) in strutture intermedie territoriali (es. CAVS) per dimissioni protette e ricoveri di sollievo;

Il medico di medicina generale (Mmg) ed i pediatri di libera scelta (Pls), auspicabilmente in connessione con i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), sono il fulcro del sistema di cure territoriali, insieme alla nuova figura dell’infermiere di comunità;

sperimentazione diffusa dell’infermiere di comunità su tutti i territori marginali della regione Piemonte, con funzioni di raccordo rispetto all’attività ambulatoriale del Mmg e dei Pls;

revisione dell’accordo integrativo regionale della medicina generale con incentivi ad aggregazioni funzionali territoriali (cioè in rete o AFT) ed incentivi alla creazione di aggregazioni strutturali territoriali (cioè in un’unica sede o AST), laddove la densità abitativa lo permetta senza sguarnire il territorio, tra un minimo di due Mmg ed un massimo di 5, in grado di garantire la massima copertura oraria possibile dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì a tutti gli assistiti;

le AFT e le AST provvedono ad adottare uno strumento informatico condiviso (cartella clinica condivisa o cloud) e comunque provvedono a caricare i dati dei propri assistiti sul Fascicolo Sanitario Elettronico della Regione Piemonte; altresì le AFT e le AST provvedono ad assumere, con orario differenziato, senza aggravio di costo per i medici, personale di segreteria che sia reperibile dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì, ipotizzando anche il trasferimento di amministrativi dalle ASR per abbattere i costi;

previsione di una compensazione remunerativa per le visite ambulatoriali degli assistiti di altri Mmg facenti parte delle medesima AFT o AST, fuori dai propri orari di visita;

ogni AFT/AST è incentivata ad aggregarsi in una Rete per le Cure Primarie (RCP) di almeno 15 mila assistiti; il riferimento territoriale della RCP è la Casa della Salute; per Casa della Salute si intendono tutti gli spazi di assistenza ambulatoriale multispecialistica dell’ASL attualmente presenti sul territorio o da crearsi per un bacino di popolazione di almeno 15 mila abitanti, potenziati dalla creazione di una equipe multidisciplinare, in rete con i medici di medicina generale, i medici della continuità assistenziale, i Pls con focus sulla patologia cronica;

ad ogni RCP viene assegnato dall’ASL un pool di medici di continuità assistenziale nel rispetto della normativa nazionale (1 medico di CA ogni 5000 abitanti +/- 30%) nel cosiddetto “ruolo unico” che entrano a far parte della/delle aggregazione/i ed hanno accesso alle cartelle cliniche degli assistiti.

Per ridurre l’iperafflusso ai PS nei periodi festivi, si prevede di adottare il modello ligure con aperture straordinarie volontarie degli studi Mmg e Pls nei prefestivi e festivi;

Creazione di piani territoriali di prevenzione e mantenimento in salute.

Digitalizzazione e telemedicina

La digitalizzazione sanitaria è oggi un obiettivo non più procrastinabile. I cittadini-pazienti devono potere accedere in tutto il territorio regionale a sistemi di prenotazione esami e visite digitalizzato, oltre che a sistemi di record degli esiti. Questi database devono essere inseriti in un fascicolo sanitario elettronico accessibile a tutti gli operatori del sistema sanitario regionale (medici di base, del territorio, ospedalieri, pubblici e privati, infermieri e farmacisti per la parti di loro competenza) ed eventualmente nazionale. I medici di medicina generale devono essere i principali “donatori” di informazioni sui loro assistiti garantendo la trasformazione della medicina di attesa ad una vera e propria medicina di iniziativa, preventiva, personalizzata ed a tendere, limitatamente alle possibilità scientifiche e alla sostenibilità economica, predittiva.

La telemedicina è uno degli strumenti fondamentali della digitalizzazione sanitaria. Ad oggi consta di diverse modalità di esercizio: teleconsulto tra medici, televisita al paziente, telecooperazione sanitaria, telemonitoraggio a distanza, teleassistenza. Vista la difficoltà nel reperire medici specialisti e la dispersione territoriale degli assistiti la telemedicina permetterà il mantenimento dell’efficacia e dell’efficienza sanitaria nei termini di sostenibilità economica e di riduzione di spostamenti per l’utenza..

L’implementazione della telemedicina diventa fondamentale nella condivisione fra ospedali o reparti diversi, di referti medici, lastre, tracciati, esami: niente più carta, ma file compressi che circolano, con l’obiettivo di avere maggiori informazioni e migliori valutazioni su una certa patologia per ottenere la diagnosi più corretta e la migliore terapia col migliore esito; in pazienti con problemi cronici, laddove il Mmg ha già fatto la sua diagnosi, ha già visitato il paziente, può continuare ad acquisire nel tempo altri dati (valori del sangue, esami, visite di controllo) sull’evoluzione della malattia, seguendo la persona a distanza.

Revisione della riforma sulla psichiatria, integrazione socia-sanitaria e fragilità, malattie rare e orfane

La revisione della residenzialità psichiatrica con le DGR 30/2015 e 29/2016 deve essere oggetto di una rivisitazione insieme alle associazioni di categoria e di familiari di pazienti pischiatrici in modo da evitare lo slittamento dell’assistenza psichiatrica dal sanitario al sociale in particolare per quanto riguarda le SRP 3, le dotazioni di personale e i minutaggi; al contempo ci deve essere un potenziamento dell’offerta domiciliare e territoriale, comprensivo di borse lavoro, il tutto puntando sui progetti individuali e sulla libertà della scelta del luogo e del metodo di cura. Va infine bocciata la previsione del Piano d’Azione per la Salute Mentale, laddove prevede la reintroduzione “gruppi appartamento” senza alcuna regolamentazione sotto le mentite spoglie della “domiciliarità”..

Va posto con attenzione il tema dell’integrazione socio-sanitaria non già con riferimento le Aziende Sanitarie Regionali rischiando di fagocitare i fondi regionali per il sociale nel complesso delle spese sanitarie bensì garantendo che via via progressivamente una quota sempre maggiore delle risorse sanitarie siano investite nell’integrazione socio-sanitaria, considerando l’anzianità, la cronicità, la fragilità e la loro presa in cura domiciliare come la grande sfida del welfare del XXI secolo.

Serve creare un polo forte regionale per le malattie rare che eviti la mobilità passiva verso la Lombardia ed altre Regioni.A seguito dell’approvazione della legge regionale del M5S n. 15/2019 “Disposizioni per il consolidamento della rete di assistenza per la salute neuropsichica dell’età evolutiva e dell’adolescenza” si procede nella creazione della rete regionale dell’autismo, anche in età adulta.

Si promuove la produzione sperimentale di cannabis thc free ad uso terapeutico, nonché la corretta formazione ed informazione dei medici prescrittori.


Politiche sociali

Promozione dell’invecchiamento attivo

L’aumento dell’età media della popolazione italiana e piemontesi rappresenta oggi una delle principali urgenze sociosanitarie e una sfida per il welfare pubblico-privato nonché per ogni linea di intervento di politica pubblica.  E’ necessario promuovere un invecchiamento in salute ed attivo, considerando la salute come una condizione di benessere psicofisico e non solo l’assenza di malattia.

Il 9 aprile 2019 è stata approvata la legge regionale n. 17 “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo” a prima firma MoVimento 5 stelle che ha l’obiettivo di promuovere la  “capacità di ridefinire e aggiornare il proprio progetto di vita in rapporto ai cambiamenti inerenti la persona e il modificarsi del contesto sociale in cui l’invecchiamento si colloca, ottimizzando le opportunità concernenti la salute, la sicurezza e la partecipazione alle attività sociali allo scopo di migliorare la qualità della vita e favorire un contributo attivo alla comunità”. La legge prevede la realizzazione di un Piano regionale triennale con cui “promuovere iniziative territoriali a favore delle persone adulte e anziane, negli ambiti della prevenzione, della formazione permanente, della cultura e del turismo sociale, dell’impegno civile, del volontariato in ruoli di cittadinanza attiva responsabile e solidale, dello sport e tempo libero, per il mantenimento del benessere durante l’invecchiamento e di un corretto stile di vita, anche attraverso il confronto e la partecipazione con le forze sociali e intergenerazionali”.

Riconoscimento e valorizzazione del ruolo delle Università delle Tre Età in rete con tutti gli attori sociali e culturali dei vari territori.

Potenziamento dei servizi a sostegno delle fragilità sociali

Il 57% degli accessi ai servizi sociali della Regione Piemonte (dati 2016) riguarda adulti non disabili (37%) e minori non disabili (20%). Deve essere quindi garantito un progressivo potenziamento della presa in carico delle fragilità sociali con risposte efficaci ed efficienti della rete di servizi ed interventi sociali anche in accordo con i centri dell’impiego che erogheranno il reddito di cittadinanza e offriranno le offerte di lavoro.

La Regione Piemonte deve garantire il rispetto della legge regionale 1/2004: ”Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”, in particolare all’articolo 35 in cui si dice che “Le risorse annuali regionali per il finanziamento degli interventi e dei servizi sociali sono almeno pari a quelle dell’anno precedente, incrementate del tasso di inflazione programmato”. Si deve progressivamente aumentare il finanziamento regionale in modo da permettere interventi anche a sostegno del welfare nei comuni.

Sociale partecipato, innovativo ed esclusivo

Rispetto della legge regionale 1/2004  ”Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”, in particolare all’articolo 16 e 17, approvando subito “Il piano regionale, integrato con il piano socio-sanitario regionale, ai fini di un’interazione effettiva delle funzioni socio-sanitarie rivolte ai cittadini, …con il concorso dei comuni e delle province”, nonché degli enti del Terzo Settore (anche ai sensi dell’art. 55 del Dlgs 3 luglio 2017, n. 117 “Codice del Terzo Settore”), garantendo “il raccordo tra i piani di zona, con l’obiettivo di assicurare omogeneità di integrazione socio-sanitaria e l’accesso dei cittadini alle prestazioni erogate”. L’obiettivo è garantire omogeneità di offerta sociale e di elevare a standard regionale le best practices locali in termini di efficacia ed efficienza organizzativa e in termini di risultati per l’utenza. E’ fondamentale introdurre sistemi di valutazione e follow up dei sistemi organizzativi, con meccanismi di rendicontazione partecipata e trasparente alla cittadinanza anche al fine di responsabilizzare delle reti sociali

Il ruolo del terzo settore, APS (Associazioni di Promozione Sociale) e OdV (Organizzazioni di Volontariato), risulta fondamentale per produrre, in forma complementare al sostegno pubblico, benessere, aggregazione e valore aggiunto sociale. A tal fine può risultare utile introdurre uno strumento regionale di valutazione dell’impatto sociale (VIS) delle politiche pubbliche.

Obiettivo è stimolare la sperimentazione di strumenti innovativi di welfare comunitario, utilizzando le risorse e le reti sociali già presenti, con un coordinamento locale e una regia regionale quali interventi di prossimità, come “la badante e la baby sitter di condominio o di territorio” o, il “pasto di vicinato”.

Stop alle liste d’attesa per residenzialità degli anziani non autosufficienti

Superamento della D.G.R. 45/2012Il nuovo modello integrato di assistenza residenziale e semiresidenziale socio-sanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti” che ha di fatto introdotto le “liste di attesa” anche insieme alla revisione della DGR 25 giugno 2013, n. 14-5999 “Interventi per la revisione del percorso di presa in carico della persona anziana non autosufficiente in ottemperanza all’ordinanza del TAR Piemonte n. 141/2013”. Superamento della valutazione socioeconomica per l’ingresso in RSA: la valutazione sociale serve esclusivamente per la determinazione del soggetto pagatore della quota alberghiera e non deve essere discriminante per l’ingresso.

Ridiscussione delle esigenze della residenzialità anche con i gestori delle strutture stesse.

Piano di contrasto ai maltrattamenti con incentivi ad inserimento di strumenti di deterrenza quali sistemi di videosorveglianza a tutela sia degli ospiti che dei lavoratori delle strutture.

Supporto alla domiciliarità per anziani e disabili

Al fine di favorire la permanenza del soggetto anziano non autosufficiente al proprio domicilio il più a lungo possibile e rispettare quindi la normativa vigente cioè la legge regionale n. 10 del 18/02/2010 : “Servizi domiciliari per persone non autosufficienti”, deve essere presentato ed approvato il prima possibile il regolamento attuativo per i cosiddetti “assegni di cura”.

Deve essere attivato uno studio di valutazione costi-benefici nei casi di attuale erogazione di assegni di cura o forme analoghe di sostegno economico a sostegno del ruolo del caregiver rispetto ai costi per il sistema socio-sanitario di un ricovero in RSA. A seguito di tale valutazione devono essere aumentate congruamente le risorse a disposizione della domiciliarità e dei ricoveri di sollievo.

Devono inoltre essere esperite e potenziate tutte le forme di reti di solidarietà anche col “vicinato”, nonché la sperimentazione di badante di condominio, o di territorio condivisa tra un numero congruo di utenti residenti in luoghi vicini. Queste figure devono dare supporto nel disbrigo dei compiti quotidiani quali piccole faccende domestiche, acquisti generi alimentari, supporto nell’igiene personale nelle prime fasi di non autosufficienza in caso di assenza di caregiver familiare.

Stop barriere alla piena integrazione dei disabili

Un tavolo con le principali associazioni maggiormente rappresentative delle disabilità per riscrivere insieme la normativa di settore. Obiettivi principali puntare all’autonomia e alla vita indipendente, rispetto dell’obbligo formativo ed integrazione reale anche attraverso l’inserimento lavorativo ai sensi della legge 68/1999.

Monitoraggio e condivisione dei percorsi attivati (tirocini inserimenti contrattualizzazione effettiva) integrazione dei processi innescati tra tutti gli attori coinvolti consorzi socioassistenziali, CPI Agenzie per il Lavoro, Associazioni di riferimento,  in base agli obiettivi prefissati anche attraverso i “piani di zona”.

Eliminazione barriere fisiche e culturali per una reale e piena integrazione delle persone con disabilità.

Sostegno alle famiglie e istituzione delle case delle famiglie

Sostegno diretto ed indiretto alla natalità, senza interferenza sul libero processo decisionale della donna in primis e della coppia, rispetto alla ricerca di una gravidanza con pieno rispetto della l. 194.

Incentivi alla realizzazione nei posti di lavoro di nidi o baby parking al fine di venire incontro alle esigenze del personale con prole; dette strutture potranno essere aperte e fruibili anche da altri genitori che necessitano di supporto per i propri figli

Potenziamento dei consultori familiari, pediatrici e ginecologici ponendoli in rete tra loro, i servizi sociali e i medici di medicina generale/pediatri di libera scelta in modo da trasformarli in “Case delle Famiglie”  con l’obiettivo di dare un fondamentale supporto alla natalità e alla corretta genitorialità, superando le barriere comunicative tra amministrazione pubblica e cittadini per tutto quello che riguarda la vita quotidiana “delle famiglie” con integrazione dell’aspetto sanitario a quello sociale (prevista l’equipe multidisciplinare di psicologi, educatori, assistenti familiari e tutte quelle figure che possono servire a superare le fragilità della quotidianità della vita).

Integrazione, inclusione e pari opportunità per tutte e tutti

Impegno per il contrasto e la riduzione di tutte le disuguaglianze e discriminazioni che caratterizzano ancora la nostra società (uomo-donna, abile-disabile, sano-malato, cittadino italiano ed immigrato, eterosessuale vs LGBTQI) mediante campagne di informazione della cittadinanza e formazione del personale della pubblica amministrazione e nelle scuole.

Impegno per l’implementazione di condizioni di pari opportunità nella società piemontese, partendo dal mondo della pubblica amministrazione, sino a quello delle professioni e del mondo economico e della rappresentanza associativa e politica.

Modifica immediata della legge regionale piemontese che ancora non ha introdotto la doppia preferenza di genere ai sensi della legge 20/2016 “Modifica all’articolo 4 della legge 2 luglio 2004, n. 165, recante disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali”.

Sostegno ed implementazione della rete “case rifugio” e “centri antiviolenza” in maniera diffusa su tutto il territorio regionale, oltre che della rete delle Consigliere di Pari Opportunità e del patrocinio legale gratuito.

Azioni di prevenzione della violenza in tutte le sue forme nella famiglia, nella scuola e nell’università, nel mondo del lavoro, nei luoghi di detenzione e nella società.

Le azioni devono essere volte non solo a tutelare da una violenza già manifesta, ma anche a prevenire eventuali violenze, intervenire su eventuali figli e sul maltrattante stesso.

Formazione ed informazione sul bullismo e sul cyberbullismo nelle scuole pubbliche e private.

Tutela dei rifugiati e integrazione dei migranti con diritti e doveri, lotta alla tratta di esseri umani. Superamento dei campi nomadi

Gestione trasparente ATC, aumento patrimonio abitativo

Modifica dei requisiti per locazione case popolari (ATC) sia in ingresso che per permanenza, privilegiando chi risiede da più tempo in Piemonte e nel Comune in cui richiede il sostegno.

Integrazione delle misure di sostegno all’abitare tra loro, in modo che ci sia sempre una risposta pubblica efficace: dalla casa popolare, al fondo salva-sfratti, all’incontro domanda offerta tramite Agenzie Sociali per la locazione (ASLO), alle nuove misure nazionali di contrasto alla povertà quali il Reddito di Cittadinanza.

Introduzione di una misura “salva mutui” per evitare il pignoramento delle prime case di mutuatari in difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui anche come misura di incremento del patrimonio edilizio pubblico.

Fondo dedicato per manutenzioni urgenti e straordinarie del patrimonio ATC con anche la compartecipazione degli eventuali inquilini con sgravio sul canone.

Piano di razionalizzazione, trasparenza e condivisione dei bilanci delle ATC con individuazione prezzi standard per interventi manutentivi raffrontati all’offerta economicamente più vantaggiosa di un intervento pubblico messo a gara e il miglior prezzo ottenibile da un privato, per ridurre drasticamente costi e sprechi.

Controllo attento e puntuale del reddito degli assegnatari anche attraverso la valutazione degli stili di vita per stanare gli eventuali furbetti.

Bollette per gli inquilini chiare e trasparenti, stop a conguagli e piani di rientro insostenibili, con prima rata pari al valore delle rate dei mesi successivi.

  1. STOP GIOCO D’AZZARDO, USURA E SOVRAINDEBITAMENTO

Proseguimento nel solco della legge regionale n.9 del 2016 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico” per diminuire la diffusione del gioco d’azzardo patologico, campagne informative nelle scuole e sul territorio con il sostegno dei medici di medicina generale ed altre categorie professionali o associazioni.

Contrasto ai fenomeni di usura e al sovraindebitamento con diffusione di adeguate informazioni e formazione alle categorie più a rischio.


Trasporto Pubblico

Milioni di persone ogni giorno si muovono per ragioni di lavoro o studio, i così detti pendolari, persone che affidano il tempo e la loro sicurezza a sistemi di trasporto principalmente pubblici e che necessitano di un’attenzione particolare, soprattutto nelle scelte delle politiche e delle strategie che si devono affrontare per garantire non solo lo spostamento efficiente, sicuro, accessibile e veloce, ma anche per ridurre le esternalità che comporta tale spostamento in termini di impatto ambientale e territoriale. Si parlerà di sistemi di trasporto pubblico locale in quanto un sistema necessità  dell’interoperabilità delle parti che lo compongono, il TPL è un insieme di molteplici modalità di trasporto, ferroviario, automobilistico, metropolitano, ecc., che si sviluppano su alcune componenti fondamentali che ne permettono la programmazione e pianificazione da parte degli enti territoriali che ne hanno la competenza.

Le politiche che vogliamo attuare a livello regionale per stabilire una strategia vincente per migliorare il trasporto pubblico locale sono:

Gestione TPL

  • Monitoraggio dell’efficienza del servizio con un maggiore controllo e verifica sia sul sistema automobilistico che ferroviario;
  • Rivalutare la domanda di trasporto analizzando la sua evoluzione, definendo dei servizi minimi più coerenti con le necessità del territorio;
  • Contrattazione in sede di conferenza Stato-Regioni per una ripartizione del Fondo Nazionale Trasporti più coerente con i servizi minimi in termini quantitativi/qualitativi con l’obiettivo di abbandonare la spesa storica e ottener maggiori fondi per garantire il diritto alla mobilità anche in area a domanda debole;
  • Potenziare il servizio in termini di efficienza per avere un servizio migliore, più capillare, al fine di incentivare l’abbandono dell’auto privata a favore dei servizi di trasporto collettivo e condiviso, così da ottenere un risparmio economico per i cittadini e un minor impatto ambientale, senza compromettere la libertà di spostarsi;
  • Incentivare la sostituzione del parco rotabile automobilistico con mezzi a minor impatto ambientale, escludendo motorizzazioni con alimentazioni dipendenti dal petrolio e con l’obiettivo finale di “elettrificazione dei consumi”;
  • Amministrare il sistema di Trasporto Pubblico in modo più trasparente, migliorando la macchina amministrativa ed incrementando la partecipazione dei soggetti interessati;
  • Potenziamento del ruolo dell’Agenzia della Mobilità Piemontese, quale ente programmatore, anche tramite l’aumento dell’organico e gestione coordinata con i settori regionali che si occupano di trasporti.

Infrastrutture

  • Potenziamento del sistema urbano di trasporto di massa;
  • Definizione delle priorità di intervento per potenziare le infrastrutture ferroviarie esistenti, in sede di aggiornamento del Contratto di Programma tra RFI e il Ministero dei Trasporti, con l’obiettivo di rendere le infrastrutture piemontesi più sicure, moderne e di qualità;
  • Revisione dei progetti in corso per verificare la reale utilità delle opere pubbliche da realizzare, utilizzando criteri di valutazione seri che garantiscano la sostenibilità economica e i benefici per il territorio, eliminando gli sprechi di denaro pubblico;
  • Definizione delle priorità di investimento dei fondi FSC (Fondi Sviluppo e Coesione) coerentemente con le necessità del territorio e del sistema di trasporto pubblico automobilistico e ferroviario, urbano ed extraurbano;
  • Supporto attivo nella progettazione della metro 2 di Torino e nel sostegno delle fasi intermedie alla realizzazione dell’opera e nella definizione del servizio. Coordinamento degli enti locali negli sviluppi futuri di una rete integrata di metropolitane e infrastrutture per la mobilità pubblica.
  • Sviluppare insieme al Comune di Torino, la progettazione di una nuova estensione della metropolitana a Nord-Ovest.

Trasporto merci

  • Trasferimento del sistema di trasporto merci dalla strada alla ferrovia, incentivando il trasporto su ferro abbattendo i costi di accesso all’infrastruttura e migliorando l’assetto logistico della Regione, scoraggiando l’uso del sistema su gomma per ridurre l’impatto ambientale anche accompagnando il processo di trasformazione delle flotte con tecnologie più sostenibili, potenziare l’export e dare un nuovo slancio al settore;
  • Potenziare i poli logistici piemontesi per renderli un efficiente supporto ai porti liguri, carenti di spazi, sviluppando dei retroporti ben strutturati e coerenti con gli obiettivi di consolidamento della logistica nel nord-ovest, sia per il mercato nazionale che per le direttrici internazionali;
  • Pianificare la rete dei nodi di trasporto per incontrare le esigenze delle aziende intermodali e di trasporto merci, rendendo più omogenee le prestazioni utilizzando meglio l’infrastruttura, valorizzando il settore sostenendo tecnologie innovative, ottimizzando il trasporto merci a livello internazionale, nazionale, regionale e urbano;
  • Supporto e concertazione con il territorio nello sviluppo e potenziamento della rete esistente già prevista nel Contratto di Programma tra il Ministero dei Trasporti e RFI;
  • Analisi della capacità complessiva della rete e della domanda sulle principali direttrici per raffrontarle e garantire una ripartizione ideale dei carichi che minimizzi gli investimenti infrastrutturali e massimizzi i benefici per il settore del trasporto delle merci;
  • Attuare politiche “dell’ultimo miglio” che supporti e incentivi la mobilità elettrica delle merci in ambito urbano, per garantire minori costi per la collettività e un minor impatto ambientale.

Trasporto passeggeri

  • Introdurre nuove forme di bigliettazione che riducano i costi per le categorie di utenti che maggiormente ne necessitano;
  • Monitoraggio della domanda di trasporto e analisi della domanda potenziale per calibrare ed efficientare il sistema di trasporto migliorando la mobilità delle persone, proporzionando il servizio all’evoluzione della domanda secondo un modello gerarchico di sistema integrato di trasporto pubblico;
  • Integrare i sistemi di trasporto ferroviari ad Alta Velocità con i sistemi regionale e di TPL per garantire un interscambio dei passeggeri efficiente che migliori la qualità del viaggio e la vita dei pendolari;
  • Attuare politiche volte a promuovere forme di mobilità condivisa, soprattutto in aree marginali, a domanda debole, per scoraggiare l’uso dell’auto privata con un solo passeggero;
  • Studio globale della mobilità ferroviaria per un rilancio delle ferrovie sospese e riprogrammazione dei servizi su tutta la rete in ottica espansiva e integrata con il trasporto su gomma;
  • Graduale elettrificazione dei trasporti anche in ambito ferroviario, operando in sintonia con il governo al fine di promuovere tecnologie innovative. Riteniamo il potenziale sviluppo dell’indotto, strategico e in linea con la tradizione piemontese nell’industria ferroviaria, ancora radicata sul territorio;
  • Implementazione dei sistemi ITS (Intelligent Transport System) su scala regionale per una maggiore integrazione delle diverse modalità di trasporto per sviluppare l’intermodalità;

Strade – Autostrade

  • Politiche di limitazione del traffico in sintonia con un piano di agevolazioni e incentivi basato su criteri progressivi degli inquinanti;
  • Maggiori competenze della Regione Piemonte nella gestione delle autostrade ricadenti interamente sul territorio regionale, per garantire una gestione interna che possa supportare gli investimenti sulla viabilità interna, eliminando i caselli urbani;
  • Supporto e incentivo ai progetti di ciclabilità a livello regionale per raccordare la rete ciclabile regionale a quella urbana delle città di medie e grandi dimensioni, sviluppando le linee guida per la pianificazione e progettazione;
  • Sviluppo di un fondo che possa supportare i comuni nella manutenzione della rete ciclabile di interesse regionale;
  • Integrazione nel Piano della Mobilità e dei Trasporti Regionale di un piano per la mobilità ciclabile che possa anche identificare gli interventi per aumentare l’intermodalità tra sistemi Bici/treno e Bici/Bus, attrezzando le stazioni e il materiale rotabile;
  • Implementare i programmi di sicurezza stradale incentivando l’introduzione di nuove tecnologie che migliorino la sostenibilità e la sicurezza della rete viaria;
  • Supportare i comuni piemontesi nel manutenere la viabilità comunale, con l’ausilio di strutture tecniche ad hoc e incentivi specifici.

Aeroporti

  • Potenziare l’utilizzo dell’aeroporto di Caselle, principale polo aeroportuale del Piemonte, migliorando interconnessione con i servizi pubblici e l’accesso all’infrastruttura;
  • Sviluppare il traffico merci a lunga percorrenza nel polo aeroportuale di Caselle potenziando il sistema, rilanciando le imprese piemontesi nell’export mondiale;
  • Riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico tramite interventi normativi specifici, stabilendo degli standard più stringenti per gli aeromobili, aggiornando la mappatura dell’inquinamento acustico, verificando le tracce aeree anche degli aeroporti delle regioni limitrofe aumentando la partecipazione degli enti locali ai tavoli di coordinamento.

Grandi opere

  • Impedire la realizzazione di grandi opere inutili, come la NLTL (Nuova Linea Torino – Lione), che assorbono inutilmente ingenti risorse pubbliche e non producono benefici al territorio e all’economia piemontese;
  • Rilanciare l’attuale linea ferroviaria del Moncenisio, potenziando l’infrastruttura e i poli di interscambio annessi, con l’evoluzione tecnologica della linea e il potenziamento dell’attuale tunnel del Frejus;
  • Sostegno alle opere di supporto necessarie allo spostamento delle merci dalla gomma al ferro, in contesti giustificati da analisi di traffico realistiche e da relativi scenari evolutivi.

 


Lavoro

POLITICHE PER IL LAVORO

Centri per l’Impiego

Dopo anni di battaglie in Parlamento il Reddito di Cittadinanza diventa realtà anche in Italia. Una rivoluzione felice: finalmente lo Stato non ti chiede, ma ti dà. Se sei momentaneamente in difficoltà, ti aiuta a formarti e a trovare un lavoro. E’ necessario il massimo impegno da parte delle istituzioni ad ogni livello per garantire la piena funzionalità di questa misura.

Occorre implementare le modalità più idonee per integrare l’intervento tra reddito di cittadinanza e fondo povertà, favorendo la collaborazione tra CPI e Ambiti territoriali. I CPI devono essere l’attore centrale delle politiche attive del lavoro che si interfaccia con tutti gli altri soggetti, con una posizione sovraordinata rispetto agli enti accreditati.

I servizi alle piccole imprese sono il vero punto debole e, senza una riorganizzazione, l’attore pubblico rischia di restare un inutile contenitore di curriculum. Tre funzioni consentiranno ai Cpi di essere un utile interlocutore: potenziamento della figura di consulenza del lavoro e consulenza in tema di bandi e sgravi.

La Regione promuoverà una maggiore rete tra i singoli comuni e i Centri per l’impiego sostenendo gli enti locali nella creazione di sportelli comunali di registrazione per liberi professionisti, pmi e i disoccupati. I database saranno poi pubblicati e condivisi con i centri per l’impiego per agevolare la ricerca del lavoro, il tutto sarà inserito in un più ampio programma di informatizzazione e condivisione delle banche dati fra i vari CPI in modo da permettere la ricerca del lavoro sia da parte dei disoccupati che delle aziende al di fuori dell’area regionale, sopperendo così alla difficoltà di molte imprese di trovare personale qualificato presso i centri per l’impiego, attualmente possessori di dati strettamente territoriali, rendendo il servizio pubblico competitivo con l’attività degli enti privati che impiegano già questo tipo di organizzazione.

  • Stretta collaborazione tra Centri per l’impiego, singoli comuni e Enti gestori dei Servizi Sociali
  • Rafforzamento del personale: aumento unità e piano di aggiornamento formativo
  • Riorganizzazione interna finalizzata a servizi più efficaci per le piccole imprese
  • Snellimento burocratico nei rapporti tra i vari Enti e Organismi coinvolti
  • Diffusione smart working per i lavoratori dei CPI
  • Implementazione e formalizzazione sistema di relazioni tra CPI, agenzie formative e imprese per migliorare l’incontro tra domanda e offerta
  • Efficientamento procedure informatiche

Formazione

La Regione sosterrà e promuoverà la formazione continua delle risorse umane nelle imprese, al fine di garantire aggiornamento e specializzazione delle competenze, oggi più che mai importante in ogni settore produttivo. Gli interventi prioritari nell’ambito della formazione saranno: riforma del sistema di accreditamento, valorizzazione della formazione tecnica e miglioramento delle politiche formative, con aggiornamento del catalogo formazione.

  • Favorire una Formazione Continua più vicina agli effettivi bisogni delle imprese, con modalità di gestione il più possibile flessibili
  • Valorizzazione delle scuole di alta specializzazione presenti sul territorio
  • Revisione accreditamento enti di formazione
  • Valutazione delle politiche formative e utilizzo nella pianificazione delle politiche (es. Aggiornamento catalogo formazione)
  • Recupero e valorizzazione della formazione tecnica nei corsi per disoccupati e diritto-dovere
  • Azioni per il miglioramento delle competenze professionali di tutti i cittadini della regione, in particolare giovani, donne e lavoratori over 50, con percorsi di mobilità professionalizzante all’estero o in altre regioni italiane
  • Rafforzamento e semplificazione del sistema di certificazione delle competenze

Donne e lavoro

La difficoltà di conciliare tempi di vita e tempi di lavoro è un problema che riguarda donne e uomini. Ed è un problema che attraversa tutto il corso della vita, ricadendo prevalentemente sulle donne, portando troppo spesso alla rinuncia al lavoro o alla carriera. Tra le motivazioni più frequenti: l’assenza di parenti di supporto, il mancato accoglimento al nido, costi troppo elevati per delegare l’assistenza dei neonati a nidi privati o baby-sitter. Nonostante gli indubbi progressi sul piano della condivisione dei carichi di cura all’interno della famiglia, continua a persistere un marcato divario di genere nella loro distribuzione molto penalizzante per le donne.

A questo si aggiunge il carico che deriva dall’aumento della popolazione di persone molto anziane, con conseguente necessità di prendersi cura di parenti in età avanzata, incombenza che ricade anch’essa principalmente sulle donne.

Ecco perché il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è centrale per qualsiasi politica attiva del lavoro. La maggior parte degli interventi viene programmato proprio nell’ottica di una rimozione degli ostacoli per la partecipazione attiva della componente femminile al mercato del lavoro: da una parte mediante il potenziamento dei servizi di cura e dall’altro attraverso sistemi innovativi di welfare aziendale.

  • Promozione sistemi innovativi di welfare aziendale
  • Ampliamento offerta servizi socio-educativi, attraverso l’utilizzo di fondi FSE, e promozione dell’estensione e flessibilità dell’orario
  • Promozione della realizzazione di piani di innovazione organizzativa del lavoro (gestione flessibile di orari e organizzazione del lavoro: banca delle ore, part time, lavoro a domicilio o sperimentazione del telelavoro)
  • Sperimentazione di accordi territoriali di genere finalizzati a realizzare servizi per la conciliazione attraverso le sinergie operative tra soggetti pubblici e privati
  • Sostegno all’attuazione di interventi di welfare aziendale (buoni acquisto e convenzioni per le cure parentali, interventi e servizi per il tempo libero) e l’introduzione di misure di supporto alla maternità che prevedono l’assunzione di sostituti per le dipendenti in maternità e finanziamenti di piani di formazione per la conservazione delle competenze delle donne al loro rientro dalla maternità.

MISURE PER LE IMPRESE

Misure per l’impresa e l’artigianato

Una politica economica che promuove, anche attraverso contributi pubblici, la capacità di innovazione, di qualificazione e di diversificazione delle produzioni, favorisce il sistema produttivo regionale. Dato il contesto socio economico attuale è sempre più doveroso da parte delle istituzioni supportare e consolidare l’attività economica del tessuto imprenditoriale piemontese, ottimizzando e allocando nel miglior modo possibile le risorse a disposizione, limitando la dispersione degli interventi e perfezionando l’amministrazione gestionale.

Un sostegno istituzionale consapevole alle imprese nella prospettiva dello sviluppo locale è complementare alla coesione sociale.

La Regione Piemonte sosterrà la normativa del 2012 secondo cui è possibile emettere minibond (detti anche prestiti obbligazionari o emissioni) anche per le piccole medie imprese e le imprese non quotate in borsa, se sono spa, srl, o cooperative, con più di dieci dipendenti e con un fatturato o un totale di bilancio di oltre due milioni di euro.

Attraverso tale misura la piccola impresa è agevolata nell’acquisire maggiore liquidità, rispettando le scadenze con i creditori nell’ estinguere i debiti e corrispondendo un tasso di interesse stabile. I minibond possono essere finanziati da: assicurazioni, fondi previdenziali, fondazioni, da fondi di investimento.

  • Riduzione dei tempi di pagamento della Regione
  • Permessi e autorizzazioni più veloci
  • Digitalizzazione di tutte le procedure
  • Interventi di rilancio aziendale per le imprese autorizzate alla cassa integrazione
  • Redazione di un piano anticrisi regionale per favorire l’occupazione giovanile
  • Attivazione di misure per la riqualificazione ed il sostegno a favore di territori svantaggiati
  • Uniformazione e semplificazione dei documenti burocratici rivolti alle imprese
  • Creazione di una Piattaforma digitale per lanciare progetti imprenditoriali innovativi
  • Sostegno al lavoro, ai lavoratori ed alle piccole e medie imprese e implementazione dei Green Jobs
  • Fondi di garanzia e imprenditorialità
  • Mini bond come veicolo alternativo per l’accesso al credito delle PMI
  • Stimolare la diffusione dei mestieri tradizionali e artigianali
  • Individuazione dei settori di importanza strategica per il Piemonte
  • Incentivazione del Made in Piemonte
  • Utilizzo del sistema blockchain come garanzia della filiera

Utilizzo fondi per Internazionalizzazione e sviluppo delle imprese

Internazionalizzare il proprio business significa avere a disposizione diversi strumenti per aumentare il giro d’affari dell’azienda e, dunque, il fatturato. L’internazionalizzazione spinge le aziende a rinnovarsi, andando incontro ad un mercato che evolve.

Le politiche regionali avranno come principali obiettivi: sostenere la crescita sui mercati esteri, rafforzare la cooperazione con altri soggetti istituzionali e attrarre investimenti.

  • redazione di specifici piani per l’internazionalizzazione aventi ad oggetto i processi di internazionalizzazione del sistema economico produttivo; il raccordo tra i vari attori pubblici e privati rilevanti per lo sviluppo internazionale sostenibile del Piemonte,l’attrazione di imprese di matrice estera
  • incentivi assunzione 12 mesi di un giovane laureato under 30 che si dedichi ad aprire nuovi canali di vendita (all’estero e/o su internet)
  • Viaggi studio neolaureati in materie tecniche per girare stabilimenti in europa/america per favorire la nascita di start up
  • Incentivi assunzione italiani residenti all’estero da almeno 3 anni per far rientrare i giovani piemontesi e allo stesso tempo creare nuovi canali commerciali
  • Incentivi per passare da professionisti/ditte individuali a società di capitali e quindi strutturarsi come imprese e assumere

Formazione all’imprenditorialità

Viviamo tempi che richiedono capacità di re-skilling continuo per chi è ai vertici e deve indicare dove andare e come. Dobbiamo sostenere con interventi formativi efficaci gli imprenditori che si devono confrontare con le sfide di una società in rapida evoluzione, anche e soprattutto in seguito ai rapidi mutamenti portati dall’innovazione tecnologica e digitale.

Promuovere l’imprenditorialità tra i giovani è ancora un’opportunità poco sfruttata, e forse anche poco esplorata, ma che ha in sé un enorme potenziale di sviluppo, considerando la progressiva attenzione che il clima politico europeo (e non solo europeo) riserva a questo tema.

  • Formazione per  imprenditori
  • Imprenditorialità femminile
  • Imprenditorialità giovanile: raccordo tra servizio MIP e fondi di garanzia

Cultura della sicurezza

Benchè sia il datore di lavoro il primo responsabile della sicurezza sul lavoro, tutti i soggetti che si trovano a condividere lo stesso ambiente di lavoro devono attivarsi affinchè vengano la salute e la sicurezza sul lavoro vengano tutelate.

La salute e la sicurezza sul lavoro vanno perseguite tramite una cultura della prevenzione che si crea, innanzitutto, con la formazione e l’informazione. I lavoratori devono essere consapevoli delle condizioni del proprio ambiente di lavoro, dell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza e partecipanti alla valutazione dei rischi e nella prevenzione.

  • Formazione aggiuntiva per i datori di lavoro sull’importanza dell’applicazione delle norme di sicurezza
  • Sostegno all’acquisto dei dispositivi di protezione
  • Garanzia di adeguato stanziamento economico per il fondo destinato al sostegno dei parenti delle vittime degli incidenti sul lavoro

Promozione della responsabilità sociale delle imprese

La Responsabilità Sociale d’impresa (Rsi) o Corporate Social responsibility (Csr) è, secondo la Comunicazione UE n. 681 del 2011, “la responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società”. Intendiamo promuovere protocolli d’intesa tra Piemonte e Ministero dello sviluppo economico per promuovere la crescita e la competitività sostenibile delle piccole e medie imprese e dei territori piemontesi. Lo scopo è diffondere e promuovere ulteriormente le tematiche della responsabilità sociale presso le piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura del tessuto produttivo piemontese, al fine di aumentarne la crescita e la competitività sostenibili, coinvolgendo gli Sportelli unici per le attività produttive quali elementi (già attivi su azioni di sostegno alla diffusione della Responsabilità sociale d’impresa) determinanti per la promozione delle opportunità localizzate.

Il fine è sensibilizzare le imprese sull’applicazione dei principi delle Linee guida Ocse; fornire informazioni sui temi, le opportunità e agevolazioni legate alla responsabilità sociale, informare sulle iniziative, le buone pratiche e i progetti realizzati a livello territoriale.

La legge 28 dicembre 2015, n. 208, la finanziaria del 2016, ai commi 376-382 introduce nel nostro ordinamento un nuovo tipo di società, quella benefit.; questo tipo di impresa, pur essendo a fini di lucro, dovrà essere amministrata in modo da bilanciare l’interesse dei soci il perseguimento delle finalità di beneficio comune, conformemente a quanto previsto dallo statuto.

Cinque aziende italiane il 26 febbraio 2016 hanno fatto il passaggio per trasformare la propria forma giuridica da quella di  società for profit a ‘Società Benefit’. Questa è una nuova forma giuridica di impresa, introdotta a partire dal 2010 come Benefit Corporation negli USA. Il paradigma di Benefit Corporation è ora in fase di diffusione in vari paesi ed è  attivo come nuova forma giuridica d’impresa in Italia, primo paese al mondo fuori dagli USA, dal Gennaio 2016.

Le società benefit, perseguono volontariamente, nell’esercizio dell’attività d’impresa, oltre allo scopo di lucro anche una o più finalità di beneficio comune. Per beneficio comune si intende il perseguimento di uno o più effetti positivi (perseguibili anche riducendo gli effetti negativi) su persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interessi. Le società benefit si impegnano a considerare l’impatto della società sulla società e l’ambiente al fine di creare valore sostenibile nel lungo periodo per tutti gli stakeholder.

  • Riconoscimento delle Imprese Benefit
  • Creazione di cabine di regia a guida regionale per coinvolgere le imprese nei progetti destinati al territorio
  • Bandi per riconoscimenti alle aziende con modelli produttivi e gestionali con criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale (utilizzo del logo del Premio, possibilità di realizzare dei brevi video promozionali di presentazione dell’impresa e del progetto, diffusione e promozione del video attraverso i canali comunicativi/informativi della Regione, possibilità di riconoscere un punteggio aggiuntivo nei bandi emessi dalle stazioni appaltanti operanti nella Regione

Contrasto alle delocalizzazioni produttive

La globalizzazione, il progresso tecnologico e la riduzione delle barriere nell’ambito dell’Unione Europea, pur agevolando gli scambi internazionali, hanno determinato in crescente misura fenomeni di delocalizzazione delle unità produttive.

La delocalizzazione dell’attività produttiva all’estero da parte dell’imprenditoria italiana e piemontese si traduce spesso in un tentativo di aumento della competitività con paesi europei ed extra-europei che possiedono legislazioni sul lavoro meno garantiste e cautelative per la forza lavoro, ma che permettono di esercitare una concorrenza produttiva sleale.

Le  ragioni che spingono le imprese a ricorrere al fenomeno della delocalizzazione, sono quindi principalmente l’opportunità di risparmiare sul costo del lavoro e il beneficio di un regime fiscale maggiormente favorevole rispetto a quello nazionale.

I costi economici e sociali che il fenomeno della delocalizzazione ha causato e continua a determinare sono enormi.

  •  Introduzione di uno norma che preveda la restituzione dei fondi regionali in caso di delocalizzazione
  •  Inserimento in legge dei contratti di insediamento, attualmente previsti come strumento nei bandi, ma non definiti da apposita legge regionale

Politiche per il terzo settore

“Gli enti del terzo settore perseguono senza scopo di lucro finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e rappresentano una nuova tipologia di enti introdotti dalla recente Riforma, che ha saputo  riconoscere alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale un ruolo chiave e una funzione strategica per la società,valorizzando l’azione di tutti i cittadini responsabili e solidali” (dal sito della Regione Piemonte).

Con il d.lgs. 3 agosto 2018, n.105, pubblicato sulla GURI del 10 settembre 2018 ed entrato in vigore il giorno successivo, sono state introdotte, ai sensi dell’articolo 1, comma 7 della l. 6 giugno 2016, n. 106, disposizioni integrative e correttive al d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117, recante il codice del Terzo settore. La Regione si rapporterà con questi soggetti, considerandoli interlocutori privilegiati della programmazione sociale e offrendo supporto tecnico operativo per facilitare il processo di adeguamento. Sostenere il Terzo settore è una priorità per il Movimento 5 Stelle, che intende promuovere e sostenere il mondo del volontariato nei modi e nelle forme che consentano agli stessi volontari di svolgere al meglio la loro opera, di realizzare attività solidaristiche, di tutela dei diritti, di promozione sociale, di mutualità e gratuità.  

  • adeguare le leggi sulla cooperazione alla riforma del terzo settore
  • creare le condizioni perchè le coop B non dipendano solo dai finanziamenti pubblici (es. Convenzioni art. 14 dlgs 276/03)
  • favorire l’inserimento lavorativo di persone più svantaggiate  in cooperative di tipo B

Agricoltura

Il settore agricolo è finanziato principalmente attraverso due strumenti, il Fondo europeo agricolo di garanzia e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR da cui discende il Programma Di Sviluppo Rurale (P.S.R.) ) gestito dalla Regione Piemonte.

A livello normativo, durante questa legislatura, si è portato a termine un Testo Unico sull’Agricoltura attraverso un percorso condiviso che pensiamo non debba essere oggetto di stravolgimenti, per evitare disorientamento da parte degli operatori.

Sul settore forestale, invece, sarà necessario operare modifiche alla legge regionale in conseguenza del Decreto Legislativo 3 aprile 2018, n. 34. Testo unico in materia di foreste e filiere forestali di cui si attendono i decreti attuativi.

Dal punto di vista dell’attività venatoria rimangono invece molti punti da rielaborare all’interno della nuova legge regionale. Partendo dalle specie cacciabili, il cui elenco deve essere ulteriormente rivisto, pensiamo ad alcune modifiche immediate come il divieto di caccia la domenica e lo stop alla caccia per almeno  due stagioni nelle aree di ripopolamento. Ma la vera sfida legislativa rimane la modifica della legge nazionale che giudichiamo ormai desueta e foriera di storture che ben vediamo rappresentate in alcune aree del Piemonte. Sarà pertanto un nostro obiettivo stimolare una modifica dell’attuale norma in ambito faunistico dove, caso più unico che raro, si delega agli Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini un’attività di governo del territorio propria delle Province e per cui le stesse sono condannate alla subalternità e all’inefficacia. Pensiamo che solo restituendo allo Stato il proprio ruolo si possa trovare un equilibrio nella convivenza tra aziende agricole e fauna selvatica. Il timone lasciato in mano a chi, come i cacciatori, compiono un’attività ludica, ha evidentemente causato solo guai agli agricoltori.

Il vero campo di azione riguardante l’agricoltura, l’allevamento, la silvicoltura e lo sviluppo territoriale ad esse connesso, rimane comunque il Piano di Sviluppo rurale.

La sfida che vogliamo raccogliere è quella di un’azione nuova e più incisiva di quelle passate, per avere uno strumento semplice, veloce ed utile alle imprese agricole in termini di competitività, con ricadute positive sul ricambio generazionale, ambiente e territorio stimolando interventi virtuosi e garantendo minori carichi burocratici alle aziende.

Con questi obiettivi pensiamo che potrebbe essere ininfluente ciò che si sta ventilando in questi mesi: il passaggio da piani regionali a piani nazionali. Se si concretizzasse tale scenario il piano nazionale avrebbe, vista la complessità e le particolarità del comparto agricolo italiano, maglie piuttosto larghe all’interno delle quali la vera azione d’indirizzo si attuerebbe attraverso i bandi di finanziamento. I due obiettivi primari da perseguire con il nuovo PSR saranno la promozione di politiche virtuose e l’aumento della remuneratività della produzione agricola.

Per quanto riguarda le politiche virtuose, pur non potendo e non volendo sostituirci alla UE nella definizione degli obiettivi del settennio che paiono peraltro ad uno stato di definizione avanzato, intendiamo da subito stabilire che vi sono almeno due elementi che incidono pesantemente nel rapporto tra agricoltura e natura: sistemi colturali ad alto impatto ambientale e il dissesto idrogeologico. Essi vanno correttamente valutati per agevolare interventi virtuosi volti a risolvere le problematiche e non a peggiorarle ulteriormente.

In relazione all’incremento di redditività pensiamo che si debba agire almeno su tre fronti: aumentare il valore prodotto, ridurre l’incidenza dei costi e sostenere  investimenti a lungo termine.

Pensiamo che entrambi gli obiettivi generali possano trovare proprio con le agevolazioni del PSR dei punti d’incontro fondamentali. Pensiamo ad esempio all’incremento di valore dei prodotti di specifici segmenti di mercato maggiormente valorizzati, come le produzioni biologiche; le pratiche agroecologiche, di concerto con gli strumenti programmatici dell’Ue rispondono positivamente anche alle problematiche derivanti dal dissesto idrogeologico, aspetto che opportunamente gestito si concretizza in un miglioramento del settore forestale.

In sintesi possiamo identificare 5 Linee generali da cui discenderanno singole azioni:

  1. ridurre l’impatto ambientale dei sistemi colturali con scelte innovative;
  2. combattere l’abbandono delle aree marginali e il dissesto idrogeologico, con un’economia legata alle produzioni di qualità e la manutenzione del territorio;
  3. aumentare il valore prodotto agricolo attraverso l’incentivo all’adozione di sistemi di produzione riconducibili all’aumento del valore aggiunto;
  4. ridurre l’incidenza delle spese di produzione e gestione delle aziende agricole;
  5. sostenere  investimenti a lungo termine che aumentino la qualità dei prodotti, l’efficienza e l’innovazione per incontrare le sfide dei mercati.

Sostegno a colture sostenibili e agricoltura biologica

Sostegno alle forme di agricoltura maggiormente sostenibili con attenzione all’agroecologia e all’ agricoltura conservativa per una gestione migliore delle risorse

Maggiori incentivi per la conversione e mantenimento all’agricoltura biologica, come valida soluzione aziendale ed ambientale, per la riduzione dell’inquinamento da pesticidi, erbicidi e fertilizzanti azotati

Riorganizzazione ed aumento dei controlli sul biologico, per il contrasto del “Falso-Bio” come garanzia per consumatori ed il settore produttivo esistente

Maggiore informazione sulle buone pratiche agricole e tecniche agronomiche(rotazione, sovescio,ecc…), per aumentare la fertilità del terreno attraverso accumulo della sostanza organica e favorire l’attività biologica, microbica ed enzimatica

Contrasto alle coltivazioni di organismi geneticamente modificati (OGM) ed indirizzamento, attraverso anche la formazione specifica degli operatori verso modelli di agricoltura volti all’aumento del valore aggiunto delle produzioni

Ridurre l’impatto dei sistemi colturali con scelte innovative

Prosecuzione di interventi di sostegno e ammodernamento delle infrastrutture irrigue perseguendo il risparmio idrico e la salvaguardia qualitativa della risorsa

Promozione della biodiversità anche attraverso la promozione e la salvaguardia del patrimonio genetico che ha segnato l’evoluzione dell’agricoltura regionale

Sviluppare progetti di educazione agro-alimentare per avere consumatori attenti consapevoli e sani

Migliorare l’attuale sistema di gestione dei selvatici mediante l’avvio di un tavolo di confronto con il MIPAAF con i seguenti obiettivi:

  1. giungere una nuova governance nella gestione della fauna selvatica, che massimizzi l’attenzione sull’equilibrio tra fauna e attività agricola, con attribuzione di un maggior peso e risorse all’attività di Province e Città Metropolitane;
  2. rivedere i parametri de minimis per il ristoro dei danni

Agevolare, attraverso le misure di investimento del PSR, interventi di manutenzione del territorio attuati direttamente dagli agricoltori e dalle aziende forestali, al fine di limitare il rischio idrogeologico e prevenire gli incendi

Contrastare l’abbandono delle aree marginali e il dissesto idrogeologico, con un’economia legata alle produzioni di qualità e la manutenzione del territorio

Sviluppo e sostegno della Banca della terra e delle Associazioni fondiarie nell’ottica di recuperare terreni agricoli in aree marginali,  di creare nuove attività agricole e di favorire le permute di terreni agricoli tra agricoltori (al fine di agevolare il riordino fondiario)

Agevolare la redazioni di piani forestali aziendali, compatibili con il Piano Forestale Regionale, al fine di creare meccanismi incentivanti attraverso il PSR ,che indirizzino le aziende ad una valorizzazione della risorse boschive

Disincentivare l’installazione di centrali a biomassa fuori dalla scala di approvvigionamento locale ed incentivazione di filiere di legname da lavoro

Agevolare la giusta remunerazione dei prodotti agricoli mediante accordi di filiera da inserire, come elementi cardine e prioritari, nell’ambito delle misure del PSR a sostegno degli investimenti in agricoltura

Banca della Terra e fondi del PSR per la manutenzione del territorio: attraverso il recupero produttivo dei terreni agricoli incolti o abbandonati per la salvaguardia del territorio e la valorizzazione del paesaggio

Revisione e riorganizzazione della caccia in Piemonte attraverso una nuova governance di gestione  per equilibrio tra fauna e attività agricola, con riduzione specie cacciabili; revisione del de minimis per il ristoro dei danni

Aumentare il valore delle produzioni

Valorizzazione e tutela delle produzioni agricole del territorio attraverso la distinguibilità e specifici accordi di filiera attraverso specifiche misure

Sfruttamento e utilizzazione dei fondi per la promozione delle produzioni

Sostegno a forme associative, cooperativistiche e consorziali per lo sviluppo e la crescita delle moderne imprese agricole anche in forma aggregata

Ridurre l’incidenza dei costi di produzione e gestione delle aziende agricole

Sostegno a tutte le nuove forme di aggregazione tra agricoltori al fine di favorire la crescita e l’innovazione dei settori

Ottimizzare l’uso dei finanziamenti della Politica Agricola Comunitaria (PAC) e la loro tempestiva erogazione

Ottimizzare l’uso dei finanziamenti del Piano di Sviluppo Rurale (PSR)  e la loro tempestiva erogazione attraverso lo snellimento delle misure e la riduzione del numero di bandi

Favorire il ricambio generazionale e l’insediamento dei giovani nel settore primario attraverso meccanismi di premialità nel segno di ambiente e competitività

Sostenere investimenti a lungo termine che aumentino la qualità dei prodotti, l’efficienza e l’innovazione

Sostegno ad un nuovo piano di adeguamento delle infrastrutture agrarie, sia stradali che irrigue, per il miglioramento delle condizioni di accesso ai servizi da parte delle aziende agricole

Agevolazione, attraverso un concreto programma di monitoraggio, all’accesso alla banda larga per le ampie zone rurali ancora sprovviste dalle infrastrutture necessarie (nuove tecnologie e nuovi operatori)

Formazione di qualità per gli agricoltori attraverso un nuovo sistema di offerta formativa con procedure semplificate ed in grado di intercettare le reali necessità dell’imprenditore e della moderna impresa

Favorire processi di implementazione e impiego delle nuove tecnologie offerte dalla agricoltura 4.0 nella misura ritenuta utile per le imprese potenzialmente fruitrici  (il giudizio di utilità spetta alle imprese e noi ai proponenti la tecnologia)

Rafforzare il rapporto tra la ricerca universitaria e il mondo agricolo con nuovi approcci partecipativi bottom-up e multi attori

Sostegno ad azioni a lungo termine, che consentano pianificazioni forestali indirizzate alla conversione dei boschi in fustaie per produzione di legname di pregio

Tracciabilità e rintracciabilità agroalimentare dal produttore al consumatore prodotti agroalimentari piemontesi di qualità attraverso l’ innovazioni tecnologica della piattaforma “Blockchain”

Ricerca, innovazione e partecipazione multiattore (bottom-up) favorendo il trasferimento di conoscenza indispensabile a fronteggiare le nuove sfide

Promozione e valorizzazione del “Made in Piemonte” per le produzioni di qualità e le eccellenze del territorio

Potenziamento della Multifunzionalità: Ospitalità rurale, agricoltura sociale, fattorie didattiche, valorizzazione turistica, promozione del territorio e delle sue produzioni

Formazione qualificata e informazione: Nuovo sistema di formazione di qualità per gli agricoltori, anche pratica, attraverso l’offerta formativa con procedure semplificate


Urbanistica

Un territorio, un paesaggio, un’economia

Pensiamo ad una nuova modalità di approcciare un programma politico di sviluppo locale. Pensiamo ad un approccio integrato tra esperienze amministrative, pianificazione e programmazione dei fondi. Pensiamo alla visione di due mondi sedi della nostra economia e della nostra vita: la città e la campagna. Solo se facciamo riferimento a tutti questi fattori possiamo entrare in una logica di programmazione multidisciplinare, che va ben oltre agli slogan da campagna elettorale, siamo in grado di gettare le basi per un futuro in cui gli sforzi della mano pubblica e di quella privata possano trovare un reciproco aiuto. Progettare le città: più qualità urbana

Rigenerazione urbana, riuso.

Attuazione e modifica della L.R. 16/2018 (Misure per il riuso, la riqualificazione dell’edificato e la rigenerazione urbana):

  • introduzione di modelli operativi che consentano ai comuni di definire in maniera omogenea le aree e degli interventi ammessi ai benefici della legge;
  • integrazione delle previsioni della norma nelle cartografie dei piani regolatori.

Modifiche della L.R. 56/1977 (Tutela ed uso del suolo):

  • introduzione del Progetto Urbanistico come mezzo imprescindibile per il conseguimento degli obiettivi di qualità urbana;
  • introduzione del concetto di distribuzione  dei servizi e degli elementi identificativi delle aree urbane di recente sviluppo, per favorire l’aggregazione e l’identificazione città/cittadino/quartiere;
  • introduzione di meccanismi di pianificazione e gestione dell’urbanistica a livello intercomunale basati sulle aree territoriali omogenee, che si sviluppino in base a criteri perequativi.

Revisione del PTR:

  • adeguamento dello strumento ad un sistema di pianificazione organizzato intorno sulle aree territoriali omogenee;
  • adeguamento delle previsioni di piano a quanto definito dal PPR.

Nuova programmazione POR FESR:

  • maggiori risorse da destinare al recupero di ambiti urbani degradati e valorizzazione di immobili di proprietà pubblica.

Partecipazione e concertazione delle scelte urbanistiche

Modifiche della L.R. 56/1977 (Tutela ed uso del suolo):

  • introduzione dei meccanismi di partecipazione di cittadini e portatori d’interesse nei meccanismi di pianificazione, specie per quanto riguarda gli strumenti urbanistici attuativi e gli interventi di riuso del tessuto edilizio esistente.

Progettare le città: meno suolo urbanizzato

Decostruzione, deimpermeabilizzazione, rinaturalizzazione Bilancio zero di consumo suolo, multidisciplinarità.

Attuazione e modifica della L.R. 16/2018 (Misure per il riuso, la riqualificazione dell’edificato e la rigenerazione urbana)

  • modifica dell’art. 8 (Norme per la decostruzione) ampliando la casistica delle aree da decostruire alle zone improprie periferiche o convertibili in aree per servizi e verde pubblico;
  • modifica dell’art. 8 (Norme per la decostruzione) ampliando la casistica delle aree da decostruire a zone urbanizzate troppo dense con problemi relativi alla funzionalità delle urbanizzazioni esistenti.

Modifiche della L.R. 56/1977 (Tutela ed uso del suolo)

  • rafforzamento del concetto e della definizione fisica del perimetro urbano, per controvertire il processo di frammentazione del costruito e di degrado estetico delle periferie;
  • introduzione del Progetto Urbanistico come mezzo imprescindibile per il conseguimento degli obiettivi di diminuzione del suolo urbanizzato;
  • introduzione del concetto di bilancio zero di consumo del suolo collegato ad un sistema compensativo (L.R. 45/1989) atto a mantenere o aumentare la quantità di suolo libero oggi presente;
  • introduzione di un ’approccio al progetto urbanistico multidisciplinare che tenga realmente conto della natura dei suoli, non solo dal punto di vista idrogeologico ma anche dal punto di vista della qualità ambientale ed agronomica, per garantire previsioni di destinazione d’uso più aderenti alle effettive condizioni dei siti.

Revisione del PTR

  • introduzione di nuove strategie territoriali compatibili con l’attuale andamento socio-economico, che leghi la funzionalità del piano alle programmazione dei fondi europei e ne condivida gli obiettivi e le tempistiche;
  • introduzione del concetto di bilancio zero di consumo del suolo;
  • individuazione delle modalità di localizzazione delle opere infrastrutturali di iniziativa pubblica;
  • definizione delle modalità e localizzazione degli interventi compensativi delle opere infrastrutturali di iniziativa pubblica.

Compensazione ambientale

Modifica della L.R. 45/1989 (Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici):

  • ampliamento delle zone vincolate ai suoli agricoli/naturali soggetti a impermeabilizzazione e trasformazione d’uso;
  • utilizzo delle relative compensazioni allo scopo di rinaturalizzare le aree compromesse da decostruire.

Leve fiscali, contributi

Attuazione della L.R. 16/2018 (Misure per il riuso, la riqualificazione dell’edificato e la rigenerazione urbana):

  • la definizione dell’art. 15 consentirà di ridurre la fiscalità urbanistica a carico degli interventi di riuso e riqualificazione urbanistica di aree compromesse e/o inquinate.

Progettare le città: meno carta e più progetto

Riduzione del carico burocratico

Fascicolo di fabbricato:

  • proposta verso il Governo di sperimentazione del fascicolo di fabbricato unico che raggruppi le attuali banche dati catastali, energetiche, impiantistiche e urbanistiche;
  • sviluppo di meccanismi di riduzione del carico burocratico per singoli interventi limitando gli adempimenti al solo aggiornamento del fascicolo di fabbricato;
  • Semplificazione del linguaggio urbanistico mediante l’omologazione delle legende di piano a una legenda tipo regionale;
  • Sviluppo della georeferenziazione dei dati territoriali e mosaicatura dei PRG;
  • Realizzazione di un testo unico contenente l’intero corpo normativo regionale relativo all’urbanistica, l’edilizia e il paesaggio.

Istruzione

“La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l’alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società.” Pietro Calamandrei

Il Movimento 5 Stelle desidera una società in cui la violenza e l’odio siano contrastati principalmente attraverso l’educazione scolastica, fin dai primi anni di vita.

La nostra ambizione più grande è proprio quella di formare cittadini consapevoli del proprio valore e delle proprie risorse, capaci di superare i conflitti, che rispettino e valorizzino le diversità.

Immaginiamo una società pronta a includere le  minoranze, promuovendo la cultura della tolleranza, contrastando il bullismo e il cyber bullismo, la violenza di genere ed ogni forma di discriminazione.

L’inserimento nel mondo del lavoro influenza di certo le scelte dei giovani nel percorso di studi, ma non deve essere l’unico fattore che influenza i percorsi formativi.

Vogliamo un sistema educativo di istruzione e formazione che consenta ai giovani di individuare ed esprimere le proprie potenzialità ed aspirazioni, offrendo solide basi di conoscenze e strumenti efficaci ed innovativi per consentire di svilupparle appieno.

Principi

Articolo 3 della Costituzione Italiana: “Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali”

Articolo 33 della Costituzione Italiana “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.”

Articolo 34 della Costituzione Italiana “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

Legge regionale n. 28/2007 “La Regione promuove gli interventi che sostengono il diritto all’istruzione e formazione, a partire dalla scuola dell’infanzia e fino al conseguimento di un titolo di studio superiore, anche in relazione alla tutela del principio della libertà di scelta educativa delle famiglie e degli studenti.”

Il successo scolastico e formativo di tutti gli studenti, attraverso la rimozione degli ostacoli economici e sociali e un adeguato sostegno alle famiglie.

Obiettivi

  • Tutelare il diritto allo studio, sia per bambini e ragazzi in età scolare che per adulti, e contrastare la dispersione scolastica
  • Favorire l’inclusione sociale e tutelare gli studenti con disabilità
  • Valorizzare gli Istituti Professionali
  • Promuovere una scuola innovativa e digitale
  • Diffondere principi ecosostenibili e a tutela dell’ambiente fin dalla prima infanzia
  • Contribuire alla sicurezza delle scuole con il sostegno all’edilizia scolastica
  • Promuovere una scuola più vicina alle esigenze degli studenti, delle famiglie e del mondo del lavoro
  • Dare nuova rilevanza all’orientamento per studenti e docenti
  • Avvicinare gli studenti al Patrimonio Culturale e museale regionale

Diritto allo Studio

NO alla Regionalizzazione del sistema scolastico

La scuola pubblica statale rappresenta lo strumento cardine per garantire eguaglianza e libertà tra territori e generazioni.

La regionalizzazione dell’istruzione tende a differenziare i dipendenti pubblici, gli stipendi e la spesa sulla scuola.

Il sistema scolastico deve essere unico, accessibile e di qualità su tutto il territorio nazionale, senza differenze tra regioni.

Totale copertura delle graduatorie dei Voucher per libri di testo, materiale didattico, dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai pof e trasporti

Per l’anno scolastico 2018/2019, la Regione Piemonte ha garantito totale copertura delle quasi 2.500 domande per l’assegnazione di Voucher per iscrizione e frequenza, mentre, delle oltre 36 mila domande per libri di testo, materiale didattico, dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai pof e trasporto scolastico, solo 14.810 sono state finanziate. Ciò significa che oltre 21 mila richiedenti non hanno ricevuto un sostegno per il diritto allo studio.

Crediamo sia necessario un aggiornamento dei criteri di assegnazione dei Voucher per libri di testo, materiale didattico, dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai pof e trasporto scolastico al fine di garantire la totale copertura delle richieste e un reale sostegno alle famiglie.

Azioni a favore dell’inclusione sociale e degli studenti disabili

L’inclusione sociale guarda alla disabilità non come una caratteristica interna dell’individuo ma come un deficit prodotto da contesti,organizzazioni e politiche inadeguate. Alla luce di questo, specie in ambito scolastico, promuovere iniziative e azioni  didattiche ed organizzative – a livello di classe, di scuola e di territorio – finalizzate a favorire l’inclusione sociale e ad agevolare il percorso formativo degli studenti disabili.

Valorizzazione e maggiore promozione dei corsi serali delle scuole statali

Il principale obiettivo di coloro che scelgono di frequentare un corso di studi serale è quello di ampliare le possibilità di migliorare la propria posizione lavorativa, oltre all’opportunità di una crescita culturale e personale attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze e un utile confronto tra più generazioni.

La Regione deve valorizzare adeguatamente tali corsi, attraverso azioni mirate a favorire la frequenza e il conseguimento del titolo di studio come mezzo di integrazione culturale e di reinserimento professionale.

Rilancio Istituti professionali

I percorsi degli Istituti Professionali sono parte integrante del sistema dell’istruzione secondaria superiore, Le aspettative del mercato del lavoro, nei confronti degli studenti provenienti da tali Istituti, sono profondamente cambiate.

La Regione deve farsi promotrice di una concreta valorizzare dell’offerta, che comprenda una solida base di istruzione generale, una cultura professionale che consenta agli studenti di sviluppare i saperi e le competenze necessari ad assumere ruoli tecnici operativi nei settori produttivi e di servizio di riferimento, l’utilizzo di moderne tecnologie digitali per la didattica, una valida proposta di alternanza tra scuola-lavoro e in connessione con le esigenze del mercato del lavoro locali.

Scuola digitale

Adesione al Progetto D.I.share

D.I.share è un progetto del MIUR per la creazione di uno strumento accessibile e dinamico attraverso cui dialogare, condividere online pratiche ed esperienze didattiche, scoprire nuove risorse in ottica di scambio e confronto.

Nasce dal presupposto che il concetto di innovazione didattica è in continuo divenire e si rivolge ai professionisti della scuola, ma anche a studenti, enti pubblici e privati che sul territorio operano con le scuole in progetti di educazione, università e centri di ricerca nazionali e internazionali.

Crediamo sia necessario aderire e lavorare in sinergia con tale progetto al fine di avere a disposizione uno strumento indispensabile e con il vantaggio di essere sempre aggiornato, di facile utilizzo e a portata di mano.

Incentivi all’utilizzo di dispositivi digitali collettivi

I ragazzi di oggi sono nati e crescono in una società digitale. I dati Istat del 2018 evidenziano che l’87% delle famiglie con almeno un figlio minorenne ha un computer, l’89% delle famiglie ha accesso a Internet da casa e l’89% dei ragazzi usa un dispositivo per accedere ad Internet con regolarità.

Bambini e adolescenti sanno utilizzare tali dispositivi per scopi ludici o per cercare informazioni, quasi sempre in maniera isolata ed esclusiva, ma è necessario insegnare loro a produrre, immagazzinare e condividere oggetti multimediali, aperti e interattivi, e a sfruttare, per fini didattici e di studio, i dispositivi didattici collettivi come strumenti di comunicazione  e di apprendimento.

Partendo da un’idea rinnovata di scuola, crediamo sia importante sostenere gli Istituti che si impegnino a dotare le proprie aule di dispositivi per la fruizione collettiva del web e di contenuti, al fine di consentire il perseguimento degli obiettivi del sistema educativo attraverso l’uso quotidiano del digitale e l’interazione di aggregazioni diverse in gruppi di apprendimento, con particolare attenzione alle competenze degli studenti e all’impatto che essi avranno nella società come individui, cittadini e professionisti.  

Scuola senza zaino

Il peso dello zaino scolastico talvolta supera i 10 kg, oltrepassando la soglia massima raccomandata, pari al 10-15% del peso corporeo dello studente e causando mal di schiena e problemi di postura a migliaia di scolari ogni anno.

La Regione ha il dovere di favorire la diffusione di iniziative che possano sollecitare il MIUR e i Dirigenti scolastici ad intensificare i controlli all’interno degli Istituti scolastici e ad adottare valide alternative, sia attraverso disposizioni scolastiche che consentano un minore spostamento di libri di testo sia attraverso l’ausilio di e-book.

Promozione dell’educazione digitale per insegnanti e operatori

Al contrario dei bambini e dei ragazzi, non sempre i docenti riescono ad apprendere velocemente le nuove tecnologie e a farle proprie nell’insegnamento. Crediamo nell’importanza di sostenere progetti di educazione digitale e percorsi di formazione per docenti e formatori, mirati alla costruzione della scuola dotata di ambienti didattici innovativi.

Risparmio energetico

Sviluppo e promozione di progetti scolastici innovativi, etici ed ecosostenibili

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel 2015 dai governi dei Paesi membri dell’ONU, ingloba 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che potranno essere raggiunti solo con il coinvolgimento delle nuove generazioni.

A tal fine, assume particolare rilevanza la promozione di progetti, rivolti alle scuole,  che siano in grado di trasmettere l’importanza del risparmio delle risorse, della qualità dello stile di vita e delle relazioni, delle innovazioni tecnologiche in un’ottica di ecosostenibilità.

Sostegno agli interventi finalizzati al risparmio energetico nelle scuole

La scuola è il soggetto principale di una nuova missione educativa incentrata sul tema del risparmio energetico.

E’ necessario che la Regione promuova la collaborazione tra enti di ricerca ed esperti e le scuole per realizzare nuovi materiali didattici, progetti ed iniziative scolastiche finalizzati alla sensibilizzazione degli studenti al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, con il coinvolgimento degli studenti, dei docenti e delle famiglie.

Incentivi per l’utilizzo dei mezzi pubblici per andare a scuola

Viaggiare fin dall’infanzia sui mezzi pubblici è educativo ed ecologico, ma purtroppo nel nostro Paese le famiglie sono poco incentivate a farlo per via di abitudini ben radicate e di costi talvolta non competitivi.

Vari paesi esteri, così come alcune regioni italiane, sostengono l’utilizzo a titolo gratuito dei mezzi di trasporto per giovani, almeno fino a 14/15 anni, al fine di limitare  la circolazione di mezzi di trasporto privati e incentivare l’uso di mezzi pubblici, ridurre l’inquinamento e, di conseguenza, migliorare le condizioni di salute della collettività.

In correlazione con tali iniziative, siamo convinti che la Regione debba prevedere incentivi ad hoc finalizzati all’utilizzo gratuito, o a costo ampiamente ridotto, dei mezzi pubblici per recarsi a scuola,

Promozione dell’Educazione ambientale, attraverso la piena attuazione del protocollo ministeriale recentemente siglato in materia

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare hanno siglato un protocollo d’intesa per definire importanti iniziative sull’educazione ambientale. La Regione Piemonte potrà dare piena attuazione al protocollo grazie ad una rete territoriale che comprenda l’USR, le province e la città metropolitana.

La scuola è…

Incentivi, accordi e iniziative finalizzati ad avvicinare gli studenti al Patrimonio Culturale e museale regionale

Da diversi anni si rileva la costante diminuzione della quota di pubblico, composto da studenti delle scuole medie e superiori, che abbia interesse a visitare i musei e i beni culturali del territorio. I social network rappresentano sicuramente il canale comunicativo – e anche di apprendimento – privilegiato dai giovani, per l’immediatezza e la flessibilità, ma tale propensione rischia di allontanare sempre di più gli studenti dalla fruizione del nostro patrimonio storico e culturale.

Crediamo sia fondamentale promuovere specifici accordi e iniziative in grado di accrescere nei ragazzi l’abitudine a visitare musei e siti culturali, e prevedere incentivi che consentano la partecipazione a tali attività a prescindere dalle possibilità economiche dello studente e della propria famiglia.

Siamo, inoltre, convinti che i social network possano essere dei validi strumenti per avvicinare gli studenti all’arte, divertendosi e smitizzando l’aurea severa che, da sempre, si crea e si alimenta intorno ad essa.

Incremento delle attività sportive a scuola

È necessario diffondere i valori e l’amore per lo Sport fin dalla scuola primaria.

Oggi c’è una doppia carenza, qualitativa ed organizzativa. Una o due ore curriculari di educazione fisica non sono sufficienti per far comprendere ai ragazzi quanto importante sia l’attività sportiva e c’è poco coordinamento tra Scuola e mondo sportivo.

E’ necessario quindi un tavolo di progettazione condiviso con Università, Federazioni e Associazioni sportive per sviluppare una collaborazione più concreta tra Scuola e la realtà sportiva.

Finanziamento servizio mensa, come previsto dalla legge 28

La Legge regionale n. 28/2007, all’art. 6, prevede quanto segue:

“La Regione, al fine di favorire l’accesso e la frequenza del sistema scolastico, prevede specifici stanziamenti di risorse destinate allo svolgimento dei servizi di trasporto, mensa e servizi residenziali ovvero altri interventi analoghi, individuando altresì gli obiettivi ed i criteri degli stessi.”

La Regione deve dare piena attuazione alla normativa regionale, stanziando appositi fondi da destinare agli Enti locali per il sostegno dei servizi di mensa per gli studenti piemontesi, al fine di garantire la fruizione del servizio in modo totalmente gratuito o con un contributo a prezzo irrisorio.

Orientamento

Azioni e attività di orientamento concrete

Il Piemonte, dal 2016, ha avviato il progetto OOP (Obiettivo Orientamento Piemonte), che coordina le diverse azioni di orientamento realizzate sul territorio, con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Commissione Europea per la Strategia ‘Europa 2020’.

Si tratta, purtroppo, di un progetto per lo più teorico, che non evidenzia i risultati e le reali necessità dei ragazzi.

E’ necessario un piano di orientamento che preveda azioni e attività in grado di tracciare percorsi di studio basati su reali capacità, competenze e opportunità lavorative, che viaggi di pari passo con gli sbocchi occupazionali e con l’obiettivo di ridurre i tassi di disoccupazione giovanile.

Interventi a sostegno della formazione dei docenti sulla didattica orientativa

Le attività didattiche devono essere progettate in base ai contenuti e alle caratteristiche epistemologiche delle discipline, ma anche in base alla prospettiva dell’orientamento, inteso come attività formativa che mira al potenziamento di capacità (progettuali/comunicative, relazionali, di gestione di situazioni complesse ecc…) che favoriscono l’acquisizione, la partecipazione negli ambienti sociali e di apprendimento e la partecipazione negli ambienti sociali e di lavoro.

Riorientamento i giovani a maggiore rischio di dispersione scolastica

E’ necessario predisporre percorsi di riorientamento mirati al cambiamento del percorso di studio, per il conseguimento del “successo formativo” degli studenti che, all’inizio del loro percorso di studi, abbiano intrapreso la via meno adatta per lo sviluppo delle loro capacità e del loro progetto di vita Tali percorsi devono essere finalizzati a consigliare un differente indirizzo di studi, preparare al passaggio ad un’altra scuola, proseguire il percorso di studi e raggiungere il successo scolastico e formativo atteso.

Sostegno ai docenti nell’orientamento degli studenti con disabilità

Azioni a supporto dei docenti di sostegno delle scuole secondarie di primo grado finalizzati a garantire un orientamento che faccia emergere le potenzialità degli studenti con disabilità.

Edilizia scolastica

Più fondi all’edilizia scolastica e reale programmazione delle esigenze in edilizia scolastica

La Giunta regionale deve presentare annualmente una relazione contenente molteplici dati, tra cui l’entità dei contributi assegnati per gli interventi di edilizia scolastica e lo stato di attuazione degli stessi.

Crediamo sia necessario destinare maggiori fondi a favore dell’edilizia scolastica a seguito di una reale programmazione delle esigenze e attraverso un tavolo di confronto con i vari Enti pubblici coinvolti.

Istituzione di un Fondo per le emergenze in edilizia scolastica

Gli Istituti scolastici piemontesi, pur trovandosi in una situazione privilegiata rispetto ad altre regioni d’Italia, lamentano strutture fatiscenti e degradate, che rappresentano un potenziale pericolo per studenti, insegnanti e personale scolastico, e sono sempre più frequenti gli episodi di cedimenti più o meno strutturali all’interno degli edifici scolastici, che costringono ad interventi di emergenza edilizia non pianificati.

La normativa regionale prevede la concessione di contributi per interventi edilizi finalizzati ad adeguare il patrimonio edilizio scolastico esistente alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza, igiene, ma nulla è previsto in caso di imprevisti o urgenza.

Crediamo sia necessario istituire un Fondo regionale al fine di consentire interventi di edilizia scolastica in caso di emergenza.

Diritto allo studio universitario

Revisione del CdA Edisu (Ente per il Diritto allo Studio Universitario)

Siamo convinti che sia necessaria una revisione del Consiglio di Amministrazione Edisu, che preveda una maggiore rappresentanza studentesca, finalizzata a realizzare tutti gli interventi necessari affinché gli studenti possano effettivamente esercitare il proprio diritto allo studio universitario.

No al numero chiuso

Il numero di laureati in Piemonte rappresenta solo il 24,5% della popolazione Piemontese compresa tra 30 e 34 anni, contro il 40% previsto dall’obiettivo Europa 2020.

Alla luce di ciò, crediamo sia controproducente rafforzare i sistemi di sbarramento all’accesso dei percorsi universitari. Proponiamo l’abolizione del numero chiuso e investimenti in strutture e personale, in modo da garantire a tutti il proprio diritto allo studio universitario.

Il diritto di voto agli studenti fuori sede

Migliaia di studenti universitari fuori sede, in una regione diversa da quella di residenza, si trovano impossibilitati a tornare al proprio comune per votare, vedendosi così negare la possibilità di beneficiare di un diritto sancito dalla Costituzione, a causa della mancanza di una legge in merito.

Crediamo sia necessario attivarsi, nelle sedi competenti, al fine di  ottenere il riconoscimento del diritto al voto agli studenti fuori sede.  


Energia e Clima

Trenta anni fa, sembrava inimmaginabile che l’umanità potesse espandere il proprio numero e la propria economia abbastanza da alterare i sistemi naturali della Terra. Ma l’esperienza, con il cambiamento climatico globale, ha dimostrato che abbiamo sbagliato tutto.

Bisogna innanzi tutto riconoscere che questo sistema socio-economico ha oltrepassato i limiti ed è diretto verso il collasso. I limiti alla crescita includono sia il materiale e l’energia che vengono estratti dalla Terra, sia la capacità del pianeta di assorbire gli inquinanti che vengono generati man mano che tali materiali ed energia vengono utilizzati. Attualmente servirebbero quasi due pianeti Terra per provvedere alle risorse usate dalla popolazione e per assorbire le sue emissioni. Continuiamo a chiedere una quantità in eccesso di preziose risorse naturali che la terra non è in grado di produrre. Esiste tuttavia un limite entro il quale le fonti naturali sono in grado di produrre questi materiali ed energia senza danneggiare le persone, l’economia e i processi di rigenerazione e regolazione della Terra. Con il sistema attuale quindi, in assenza di politiche drastiche, uno scenario ipotizzato e studiato per oltre trent’anni da un gruppo di scienziati del MIT di Boston e presentato nel 2002 prevede una situazione estremamente critica dopo il 2030; la popolazione sale a più di sette miliardi (già superati nel 2011) e la crescita dell’economia si interrompe bruscamente (sta già succedendo). Man mano che le risorse naturali diventano più difficili da ottenere e la capacità dell’ambiente di assorbire i rifiuti declina, il capitale viene deviato per estrarne di più e per riparare ai danni causati. Ciò lascia meno capitale per gli investimenti nella produzione industriale e nello sviluppo tecnologico. Il risultato è il declino industriale, che causa paralleli declini nel settore dei servizi e dell’agricoltura. A partire dall’anno 2050, si ipotizza, i picchi della popolazione iniziano a diminuire mentre il tasso di mortalità è spinto verso l’alto dalla mancanza di cibo, servizi sanitari e per il degrado dell’ambiente. (Fonte: Limits to Growth: The 30-Year Update).

Cercando di evitare il catastrofismo improduttivo é però evidente che bisogna lavorare per cambiare la struttura del sistema, accettando che non esistono scenari di reversibilità e lavorando per la mitigazione degli effetti ed una reversibilità sul lungo periodo. Più si continua a procrastinare un cambiamento sostanziale, a partire dalle nostre abitudini, più si riducono le opzioni per un futuro a lungo termine dell’umanità e dell’ambiente come lo conosciamo oggi. 

Rispetto alle basi dettate dal Protocollo di Kyoto trent’anni fa, in Italia e in regione Piemonte non sono mai state fatte politiche energetiche realmente efficaci ed indirizzate concretamente a scongiurare lo scenario catastrofico preconizzato dagli scienziati, di cui qualche effetto ormai cominciamo a vedere.

Nuovo assessorato energia, clima ed edifici

Creazione di un assessorato ad hoc che si occupi di tutti gli aspetti inerenti l’energia, il clima e gli edifici, dando pertanto così un ruolo di centralità a su cui basare le politiche.

Reddito energetico

Impianti fotovoltaici in concessione gratuita alla famiglie e basso reddito. Sarà la Regione, al fine di favorire la progressiva diffusione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte solare presso ed a servizio delle utenze  residenziali domestiche o condominiali, ad acquistare e a mettere a disposizione a titolo di comodato impianti fotovoltaici in favore, in via prioritaria, di utenti in condizioni di disagio socioeconomico. Grazie all’autoconsumo dell’energia prodotta, le famiglie potranno abbattere i costi della bolletta elettrica.

Energia a basso costo per le aziende

Abbattere il costo dell’energia per le aziende attraverso una maggiore quota di cofinanziamento regionale per l’efficienza energetica e fonti rinnovabili nelle imprese, finanziato prioritariamente con i fondi FESR.

Nuovi criteri per bandi efficienza energetica edifici privati

Nuovi criteri per l’efficientamento energetico degli edifici privati, privilegiando chi, oltre ad agire sul risparmio energetico, interviene anche installando impianti che permettano di sopperire al fabbisogno residuo attraverso fonti rinnovabili e contribuiscano alla riduzione della temperatura di fornitura del calore.

Programma di riqualificazione energetica degli edifici regionali

Avviare un programma di qualificazione energetica degli edifici dell’amministrazione regionale, attraverso fondi europei e cofinanziamenti regionali.

Modifica dell’approccio alla pianificazione

Ripensare un unico Piano regionale  declinato in più settori: energia, aria, trasporto, rifiuti, etc; in maniera da avere un’azione sinergica e concretamente correlata e raggiungibile.

La Regione come Energy Manager

Creare un osservatorio statistico ed energetico regionale, unendo tutti i soggetti che già lavorano da anni sulle tematiche, Enti, Università etc, con il compito di creare una base dati aggiornata ed utile ad indirizzare l’azione politica al servizio dei cittadini. La struttura avrà il compito di fare un bilancio energetico della regione e degli edifici, a partire da quelli pubblici. Potenziare gli strumenti,  incrociare i vari dati esistenti (catasto impianti termici, catasto, utenze energetiche) e sistematizzare il sistema informativo. Deve esserci una fonte unica di dati per tutte le pianificazioni.

Servizi energetici per la popolazione

Creazione di sportelli energia sovra comunali a regia regionale, al fine di fornire un aiuto concreto di guida e progettazione agli interventi sugli edifici per l’efficientamento energetico e per Installazione di sistemi di produzione di energia da fonte rinnovabile da destinare all’autoconsumo.

Comunità energetiche

Sostenere la creazione di comunità energetiche. “Scambio sul posto altrove” (cioè all’interno di una delimitata area territoriale) a partire dall’amministrazione pubblica.

Differenziazione addizionale accise per incentivare usi sostenibili

Dialogo in Conferenza Stato-Regioni al fine di poter discutere sull’autonomia regionale relativa all’addizionale sulle accise; questo al fine di poter differenziare secondo criteri ambientali (es. contributo alle emissioni). Dialogo in Conferenza Stato-Regioni al fine di ridiscutere il meccanismo degli incentivi per la produzione di energia che sia effettivamente rinnovabile.


Cultura

Nella legislatura che si sta concludendo è stato approvato il Testo Unico della Cultura, che ha portato all’abrogazione di oltre 30 leggi in materia di cultura.

Il percorso partecipativo di revisione della normativa ha coinvolto una moltitudine di operatori su tutto il territorio regionale e ha consentito di toccare con mano le carenze delle politiche regionali degli ultimi anni e le conseguenze della squilibrata distribuzione delle risorse.

Le richieste del mondo culturale sono molteplici, tra queste: la possibilità di disporre di una cabina di regia a livello regionale, il bisogno di fare sistema e di essere connessi attraverso piattaforme digitali, un maggiore sostegno alla formazione e all’informazione, un sistema amministrativo e di assegnazione dei contributi più semplice e funzionale alle esigenze del comparto.

Principi

  • L’art. 9 della Costituzione stabilisce che «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».
  • La cultura intesa come strumento di crescita, integrazione, inclusione, partecipazione e socializzazione.
  • Concetto di cultura come sviluppo, impresa, economia.
  • Considerare il patrimonio culturale tra tradizione e innovazione.

Obiettivi

  • Cultura intesa come attività creativa e produttiva
  • Cultura come piattaforma privilegiata di comunicazione tra i soggetti del territorio
  • Sviluppo dell’imprenditorialità culturale e creativa giovanile.
  • Facilitare l’accesso al credito ai soggetti che operano nel settore dello spettacolo e delle imprese culturali.
  • Garantire la trasparenza delle procedure istituzionali.
  • Semplificare le richieste e l’assegnazione di contributi.
  • Promuovere la creazione di strutture e infrastrutture a servizio delle attività culturali.
  • Creare un sistema bibliotecario innovativo.
  • Incentivare il dialogo e gli scambi tra cultura e Istituti scolastici e Università.
  • Promozione di artisti locali in altre regioni e all’estero
  • Diffondere la cultura in maniera capillare sul territorio regionale, superando le disparità sociali ed economiche
  • Creazione di distretti culturali

Cultura e Istituzione

Creazione dell’Agenzia Regionale per lo sviluppo dei distretti culturali

Sotto la guida dell’Assessorato alla Cultura, con lo scopo di

  • Avviare un innovativo progetto di mappatura, delle attività e delle strutture, e di ricerca sull’intero territorio regionale, in collaborazione con Enti pubblici e privati e Istituzioni, per dare vita a un modello di distretto culturale evoluto e costituire uno strumento utile a chi opera ai diversi livelli istituzionali nella definizione di politiche culturali più adeguate e coerenti con la situazione che il territorio esprime.
  • Attraverso le analisi SWOT, valutare i punti di forza, le debolezze, le opportunità e le minacce di un progetto o in un’impresa al fine di sviluppare proposte o occasioni che possano aumentare la diffusione di prodotti creativi e culturali regionali attraverso marketing turistico, in sinergia con altri soggetti o realtà.
  • Elaborare Protocolli, anche a livello interregionale e d’oltralpe, finalizzati a promuovere lo sviluppo e a pianificare la gestione delle risorse
  • Individuazione dei Distretti culturali evoluti: Creazione di industrie creative e culturali che producano beni e servizi contenenti espressioni, usi e propositi culturali, indipendentemente dal loro valore commerciale, che interpretino la cultura come input e abbiano una dimensione culturale – anche se i loro prodotti sono principalmente funzionali (es. Architettura e design, turismo, nuove tecnologie, ecc.) – e possano supportare altri settori di eccellenza in Piemonte.

Redazione della carta dei diritti culturali

  • Diritto all’accesso
  • Diritto alla programmazione e alla creazione
  • Diritto al lavoro culturale
  • Diritto alla partecipazione alla costruzione della cultura piemontese

Re-inventare il futuro di Hangar

Ridefinire le attività e le finalità del progetto, in particolare:

  • Sostenere lo sviluppo dell’imprenditorialità culturale giovanile, privilegiando la creatività e l’innovazione, attraverso la concessione di agevolazioni e incentivi ai giovani che decidono di investire nelle attività culturali.
  • Agevolare, inoltre, gli imprenditori che promuovono l’occupazione dei giovani nel settore culturale in modo non occasionale.
  • Informare le imprese sulle opportunità e le agevolazioni legate al mondo culturale.
  • Creare servizi centralizzati di contabilità e consulenza.
  • Coadiuvare gli operatori nella ricerca di fondi – privati, regionali, statali e specialmente europei – necessari per il raggiungimento dei propri obiettivi e nella partecipazione a progetti comunitari.

Trasparenza e partecipazione

  • Rafforzare il confronto in ambito culturale, attraverso i tavoli della cultura e pianificando successive edizioni degli Stati Generali della Cultura.
  • Garantire la trasparenza delle procedure di assegnazione dei fondi e il pieno accesso alla documentazione;
  • Definire rigorose procedure di monitoraggio degli esiti.

Cultura, Piemonte e promozione

Rivedere le modalità di assegnazione dei contributi da parte della Regione, superando la discrezionalità politica attraverso strumenti di valutazione indipendente e competente,  utilizzando una commissione ad hoc composta da esperti del settore e tecnici.

Semplificare le richieste e la gestione dei contributi e ridurre le tempistiche per l’erogazione dei fondi, evitando i ritardi a causa dei quali le attività rischiano la chiusura.

Creazione di infrastrutture e sviluppo delle “Case delle Arti”

Lo sviluppo delle attività di carattere culturale e creativo necessita di strutture ed infrastrutture a tal fine adibite.

Le Case delle Arti sono centri polivalenti con spazi per il co-working, sale attrezzate, spazi espositivi, sale registrazione ecc., dove allestire eventi culturali anche attraverso la riqualificazione di immobili storici e industriali in disuso.

Valorizzazione delle minoranze linguistiche

Le Alpi e gran parte del territorio piemontese sono ricchi di risorse e beni culturali: castelli, monumenti, ruderi, ecomusei. Sono fonti di attrazione turistica e devono essere valorizzati. Sono la storia del nostro Paese. Le lingue minoritarie di questi territori hanno plasmato la vita e l’evoluzione delle comunità e devono essere tutelate come sancisce la nostra Costituzione.  

Le lingue minoritarie sono tutelate dalla legge 482 del 1999 che deve essere attuata a livello regionale nei suoi ambiti di competenza, mettendo così in moto quei meccanismi atti a far si che ci sia una politica attiva che valorizzi le lingue con lo sviluppo territoriale e favorisca innanzitutto l’uso della lingua minoritaria quale presupposto per la difesa delle radici culturali delle popolazioni interessate.

Cultura e inclusione sociale

E’ necessario sostenere azioni mirate a consentire un maggiore dialogo tra il settore culturale e quello sociale, per rispondere in maniera concreta alle tante situazioni di disagio ed esclusione, riaffermando il valore della cultura come fattore di cambiamento e di sviluppo di società più eque e coese, e permettere la partecipazione attiva alla vita culturale a chiunque, a prescindere dalle disparità sociali ed economiche.

Istituzione della Settimana della cultura

Il sistema culturale regionale è caratterizzato da un immenso patrimonio di beni materiali e immateriali, culture, conoscenze e iniziative che deve essere messo a disposizione di cittadini e visitatori. Fare della cultura e del patrimonio culturale e creativo strumenti di coesione sociale, integrazione, sviluppo economico e rigenerazione urbana deve essere il motore di coloro che governano la Regione.

Crediamo che l’istituzione della settimana della cultura possa sostenere la crescita culturale piemontese, attraverso la proposta di convegni, incontri, mostre, visite guidate, open day, spettacoli, concerti, laboratori aperti. Cinema, teatri, musei e siti culturali saranno protagonisti nell’elaborazione di un programma concreto di eventi da proporre ai cittadini, con particolare attenzione alle istituzioni scolastiche, a condizioni di particolare vantaggio, al fine di consentirne la fruizione al più ampio pubblico.

Valorizzare gli Enti strumentali regionali elaborando nuove progettualità in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti, con la finalità di sviluppare le potenzialità fino ad oggi inespresse e promuovere il Piemonte come territorio dotato di professionalità e servizi eccellenti.

 

La Cultura che cresce, fa crescere il Piemonte

Rinnovare il Settore dello Spettacolo dal vivo

  • Promuovere e sostenere, attraverso incentivi e apposite risorse, interventi di ripristino, ristrutturazione, messa a norma, qualificazione, acquisto di arredi e innovazione tecnologica delle strutture dedicate ad attività di spettacolo dal vivo.
  • Sostenere la produzione e circuitazione di eventi, con particolare attenzione all’innovazione, alla ricerca e alla sperimentazione.
  • Stimolare la mobilità e la formazione del pubblico.
  • Favorire la collaborazione fra soggetti pubblici e privati in un’ottica di ottimizzazione delle risorse.

Istituzione Orchestra giovanile regionale

La Regione deve contribuire alla diffusione della cultura musicale tra le nuove generazioni. A tal proposito, crediamo possa essere determinante l’istituzione dell’orchestra giovanile regionale del Piemonte, con l’obiettivo di contribuire alla maturazione artistica e professionale di giovani musicisti svolgendo attività concertistiche all’interno e all’esterno del territorio regionale e promuovendo ogni altra iniziativa idonea.

La creazione di un’orchestra giovanile permanente può, inoltre, offrire l’opportunità ai ragazzi di fruire della musica quale valore aggregativo utile alla prevenzione e al superamento di molte forme di disagio e come veicolo di crescita individuale e collettiva.

Il Piemonte per il Cinema

  • Promuovere percorsi formativi finalizzati a innalzare le competenze delle figure professionali che lavorano nel settore e a formare nuove figure altamente qualificate.
  • Ridefinire il ruolo dell’impresa cinematografica all’interno della normativa regionale, garantendo maggiori tutele e un più ampio accesso ai fondi regionali.

Sistema bibliotecario integrato e innovativo

Il patrimonio bibliotecario necessita di essere inserito in un sistema integrato attraverso la graduale adozione di strategie di progettazione culturale che possano abbattere i confini e consentire l’interazione con il sistema scolastico, museale, storico, ambientale, artistico.

A tal fine, è necessario prevedere una riorganizzazione della rete bibliotecaria da realizzare grazie al ricorso a nuove tecnologie e ad efficaci politiche di valorizzazione, che consentano di agire in connessione agli altri settori culturali.

Le biblioteche dovranno tornare ad essere centri di aggregazione e scoperta e, altresì, diventare un indispensabile riferimento per il turismo regionale.

Censimento siti culturali e di culto e creazione di percorsi culturali

Realizzare un censimento, in collaborazione con i Comuni, dei siti culturali e di culto presenti nel territorio regionale, allo scopo di delineare un quadro conoscitivo minimo – attraverso una schedatura essenziale – e di agevolare l’attività di programmazione degli interventi, di gestione e di tutela degli stessi.

Tale censimento, inoltre, consentirà lo studio di percorsi e itinerari culturali, storici, artistici e religiosi mirati, come leva di sviluppo culturale, turistico e territoriale.

Storia, tradizioni e nuove tecnologie

Ogni città e paese del Piemonte ha una storia e una tradizione che andrebbe raccontata. Se ci fosse una corretta educazione storica, artistica e culturale rispetto al proprio territorio ogni cittadino piemontese potrebbe diventare una potenziale guida turistica territoriale e sponsor del proprio territorio.

L’applicazione di tecnologie e processi innovativi in ambito storico-culturale può favorire una conservazione più adeguata oltre ad una maggiore diffusione del patrimonio storico culturale piemontese, specie se rivolto alle Istituzioni scolastiche e in collaborazione con esse.

Maggiori certezze per le attività di spettacolo viaggiante

Istituire un tavolo di confronto con i Comuni per la elaborazione di Linee guida finalizzate a definire modalità di gestione e criteri uniformi di concessione di aree destinate ad attività di spettacolo viaggiante.

Crediti formativi a studenti per lo svolgimento di attività di volontariato nel settore culturale

Il mondo universitario è ancora troppo distante dalla realtà professionale. Gli studenti hanno la necessità di essere inseriti gradualmente negli ambienti professionali che, in futuro, diverranno la propria occupazione.

Crediamo che la partecipazione di studenti universitari all’interno di strutture del settore culturale, in accordo con le Università, per svolgere attività di supporto e al fine di acquisire crediti formativi universitari, possa rappresentare un’importante occasione di formazione per gli studenti, alle prese con una prima esperienza sul campo, ed un concreto contributo per le realtà culturali del territorio.

Promozione dell’editoria, del libro e della lettura

Compito della politica è innanzitutto promuovere e sostenere azioni di incentivo alla lettura nelle sue diverse forme, coordinandosi con gli attori della filiera editoriale (editori, librai, biblioteche, organizzatori di eventi di settore, ecc.), con una speciale attenzione alle realtà indipendenti, ma anche con le agenzie educative, a partire dalla scuola.

Verrà finalmente istituito il tavolo di lavoro previsto dal testo unico sulla cultura (capo III, art. 29, commi 6 e 7) nel quale istanze e proposte in attuazione della legge saranno valutate in modo condiviso da tutti i soggetti coinvolti, che nomineranno a tal fine dei rappresentanti, in modo da ottimizzare le risorse ed evitare contrapposizioni e sovrapposizioni, favorendo piuttosto azioni coordinate e inclusive.

Incentivi, accordi e iniziative finalizzati ad avvicinare gli studenti al Patrimonio Culturale e museale regionale

Studiare nuove azioni che consentano agli studenti di assistere a proiezioni cinematografiche o spettacoli teatrali o a visitare i musei siti sul territorio regionale nell’ambito delle attività scolastiche, al fine di promuovere la cultura quale elemento fondamentale per la crescita e la formazione e, in un contesto come quello contemporaneo, considerare la cultura l’elemento catalizzante attraverso cui è possibile comprendere meglio il mondo che ci circonda.

Misure per la tutela dei lavoratori del comparto culturale

Il discrimine tra lavoratore del comparto culturale e lavoratore di qualsiasi altro settore è una problema culturale Italiano. Dobbiamo garantire agli operatori culturali gli stessi diritti garantiti agli altri lavoratori, a partire dagli ammortizzatori sociali e ad altri interventi attuati dall’Assessorato al lavoro.

Il nostro patrimonio artistico e culturale, invidiato dal resto del mondo, se ben promosso dagli enti pubblici può generare economie di scala e crescita sociale, per questo pensiamo sia un punto fondamentale sul quale operare.
Proponiamo di sviluppare un piano “industriale” di investimento nelle risorse culturali ed artistiche del territorio piemontese consci che ogni investimento nella cultura possa avere ricadute importanti sull’economia del territorio.


Animali

Gli animali, fin dai tempi più antichi, hanno avuto un importante ruolo nella vita degli esseri umani e li hanno accompagnati per tutta la storia dell’evoluzione, rappresentando, a seconda delle situazioni, un amico o un nemico, un alleato nella caccia o una preda, un compagno di giochi.

L’attuale quadro giuridico – nazionale e comunitario – afferma il principio per cui “l’Unione Europea e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”, riconoscendo un vero e proprio diritto soggettivo all’animale da compagnia.

Con la legge n. 189/2004 il legislatore ha compiuto un ulteriore passo verso il riconoscimento del diritto soggettivo dell’animale, aumentando le condotte penalmente rilevanti nei confronti degli animali e segnando il significativo passaggio dalla mera contravvenzione al reato vero e proprio. La tutela penale, quindi, viene estesa a tutti gli esseri viventi appartenenti al genere animale senza nessuna distinzione tra animali d’affezione, domestici, selvatici, da allevamento, e abbandonando la visione restrittiva che riservava tale tutela solo agli animali in grado di generare sentimenti di pietà e compassione (cane, gatto, ecc.) e alle specie verso le quali l’uomo è in grado di adottare atteggiamenti socialmente apprezzabili.

Negli ultimi anni è in continuo aumento il numero di persone che accolgono animali domestici nel proprio nucleo familiare; di conseguenza, la necessità di tutelare il loro benessere è essenziale.

Il nostro programma si pone l’obiettivo di promuovere un cambiamento culturale dei rapporti tra esseri umani e animali, improntato sul riconoscimento del comune status etico, sociale e di diritto, attraverso la diffusione di una cultura del rispetto degli animali e verso il superamento dello sfruttamento degli animali per fini ludici e di sperimentazione.

Principi

  • Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza. (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale, 15 ottobre 1978 – UNESCO, Parigi)
  • “Nel formulare e implementare le politiche sull’agricoltura, pesca, trasporti, mercato interno e ricerca, l’Unione e gli Stati Membri devono, poiché gli animali sono esseri senzienti, porre attenzione totale alle necessità degli animali, sempre rispettando i provvedimenti amministrativi e legislativi degli Stati Membri relativi in particolare ai riti religiosi, tradizioni culturali ed eredità regionali.” (Trattato di Lisbona, 13 dicembre 2007, art. 13)
  • E’ riconosciuta agli animali la natura di esseri senzienti (Direttiva comunitaria 2010/63 CE)
  • “La Regione riconosce il rispetto dei diritti degli animali, promuovendone la cura e la presenza nel proprio territorio al fine di garantire una corretta convivenza con l’uomo.” (Statuto della Regione Piemonte, art. 6)
  • Il rispetto degli animali da parte dell’uomo è legato al rispetto degli uomini tra loro.

Obiettivi

  • Assicurare il rispetto dei diritti degli animali e reprimere gli illeciti contro di essi.
  • Garantire, sin dall’infanzia, l’educazione a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali.
  • Incrementare le adozioni di cani abbandonati e ridurre i fenomeni dell’abbandono e del randagismo.
  • Tutelare gli animali impiegati in attività fieristiche, di spettacolo e circensi.
  • Promuovere metodi di sperimentazione sostitutivi alla sperimentazione animale.

Testo unico sugli animali

La normativa regionale in materia di benessere animale è piuttosto articolata e frammentata. E’ necessario rivedere le norme esistenti e unirle in un unico Testo normativo al fine di consentirne una maggiore efficacia e procedere all’integrazione di quanto finora non regolamentato, oltre a garantire una maggiore tutela degli animali. E’ inoltre necessaria la revisione del Regolamento di applicazione dell’attuale legge regionale 34/93 (Tutela e controllo degli animali da affezione).

Agevolazioni circhi e attività fieristiche senza animali

Il circo senza animali è una realtà, in Italia e nel mondo, e surclassa lo spettacolo avvilente che ancora proporre un modello arcaico di sottomissione dell’animale che non si concilia con l’accresciuta sensibilità collettiva verso gli animali.

Per disincentivare lo sfruttamento di animali in attività di spettacolo, è necessario sostenere, attraverso apposite agevolazioni, la diffusione di circhi e attività fieristiche senza l’utilizzo di animali.

Sono, inoltre, necessari rigorosi controlli sull’utilizzo di animali in mostre, fiere e esposizioni di ogni genere e verifiche del rispetto delle norme relative al benessere animale nelle manifestazione a carattere storico e in tutti gli altri eventi nei quali sono coinvolti gli animali.

Promozione dell’adozione di animali da affezione

Incentivare l’adozione di animali di affezione e sostenere campagne per l’affidamento degli animali presenti nelle strutture di ricovero pubbliche. Contrasto all’acquisto di animali in esercizi commerciali.

Iter più efficaci in caso di ritrovamento di animali abbandonati

Il fenomeno dell’abbandono di animali di affezione, specie cani e gatti, registra punte massime nel periodo estivo e subito dopo l’apertura della stagione venatoria.

Tale pratica barbarica è un reato, che espone gli animali a innumerevoli pericoli e traumi, spesso li condanna a una vita di randagismo e di stenti o di reclusione in strutture pubbliche e in canili privati. Un animale che viene abbandonato può mettere in pericolo anche la vita dei cittadini, perché in stato di shock o agitazione può diventare aggressivo e causare incidenti stradali.

Chi si trova in condizione di trovare un animale abbandonato, spesso non è al corrente di quali siano le azioni da mettere in pratica per metterlo al sicuro.

Proponiamo di adottare un sistema più efficace e certo in caso di ritrovamento di animali e attuare delle campagne informative mirate a fornire corrette indicazioni e snellire le procedure.

Educazione al rispetto degli animali fin dall’infanzia

Empatia, educazione al rispetto dell’altro e non violenza sono principi che, se trasmessi sin dall’infanzia, possono incidere notevolmente sull’evoluzione psicologica dei futuri adulti. Il rapporto con gli animali ha un ruolo importantissimo nello sviluppo psicologico e sociale di bambini e adolescenti. Purtroppo, in molti contesti, sia scolastici che familiari, questa valenza è pressoché assente.

Siamo convinti che sia dovere della Regione promuovere attività e iniziative, in collaborazioni con scuole, associazioni e altre realtà presenti sul territorio, che favoriscano la diffusione di un’educazione al rispetto degli animali che sia propria degli individui sin dai primi anni di vita, e sostenere campagne di formazione e informazione rivolte alla cittadinanza.

Istituzione di un servizio di prima assistenza veterinaria

La crisi economica, che ha caratterizzato gli ultimi decenni, determina conseguenze negative anche sugli animali di affezione. Mantenere un animale, nelle sue necessità sanitarie e alimentari, diventa, infatti, insostenibile, in totale assenza di agevolazioni, per coloro che si trovano improvvisamente in condizioni di povertà.

Gli animali, in questi casi, non vengono sottoposti alle cure necessarie o vengono addirittura abbandonati.

A tal proposito, siamo convinti che sia necessario un servizio di assistenza veterinaria di emergenza e di base a favore di animali i cui detentori rispondano a determinati requisiti di svantaggio economico.

Promozione di metodi sostitutivi alla sperimentazione animale

L’articolo 8 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale prevede quanto segue “La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell’animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale.”

A seguito dell’approvazione della L.r. n. 9/2018 “Norme in materia di promozione dei metodi sostitutivi alla sperimentazione animale”, a nostra prima firma, crediamo sia necessario proseguire e incentivare la promozione e il sostegno di metodologie sperimentali innovative, tecnologicamente avanzate e che non utilizzino animali, o loro organi, tessuti o cellule, con l’obiettivo di sostituirli alla sperimentazione animale.

Azioni regionali e ruolo del Garante regionale dei diritti animali

Promozione e valorizzazione del ruolo del Garante regionale dei diritti animali e ampliamento della dotazione organica al fine di garantire una maggiore copertura sul territorio regionale.  Organizzazione di un tavolo di confronto permanente tra l’amministrazione regionale, le province e la città metropolitana e le Associazioni animaliste e ambientaliste riconosciute.

Attività di controllo

Incremento delle attività di controllo del benessere degli animali di affezione, degli allevamenti, dei circhi e degli zoo e delle altre strutture di mantenimento degli animali e predisposizione, tramite i Servizi veterinari delle Asl, di piani di verifica e controllo delle attività di movimentazione di cani ed altri animali in arrivo da paesi esteri o da altre regioni.

Accesso di animali nelle strutture ospedaliere pubbliche e private

Grazie alla nostra attività consiliare, è stata approvata l’inserimento dell’art. 9 bis all’interno della L.r. 34/1993, al fine di consentire l’accesso di animali, al seguito del proprietario o detentore, nelle strutture ospedaliere pubbliche e private regionali accreditate dal Servizio sanitario regionale.

Ad oggi, purtroppo, la Giunta non ha ancora emanato la relativa disciplina attuativa.

Intendiamo intervenire al fine di concludere l’iter normativo e consentire in via definitiva l’accesso degli animali nelle strutture indicate, così da procurare benefici terapeutici importanti per la salute psicofisica dei pazienti-detentori, nel rispetto degli adempimenti di carattere sanitario e relativi alla sicurezza.

Sepoltura di animali d’affezione accanto ai detentori

Crediamo sia necessario attivarsi, in ambito regionale e nelle altre sedi competenti, al fine di consentire la sepoltura di animali di affezione non solo nei Cimiteri appositi, previsti dalla normativa regionale, ma altresì in cimiteri tradizionali accanto alle spoglie dei propri detentori.  


Sport

Lo sport, nella nostra società, ha un ruolo ed un’importanza maggiore rispetto al passato, ampliando il suo raggio d’azione, dalla tutela della salute e del benessere psicofisico, a strumento ludico di integrazione e socializzazione, per tutte le persone senza distinzioni, giovani, genitori, persone anziane o diversamente abili.

Proprio per la sua importanza, le istituzioni devono fare un maggiore sforzo, integrando le azioni a supporto dell’attività sportiva, coordinando maggiormente la progettazione e gli interventi con le realtà locali sul territorio.

Principi

  • Lo sport inteso come strumento di promozione e tutela della salute e del benessere psicofisico, di crescita, di integrazione e di socializzazione.
  • L’interazione con le realtà sportive che operano sul territorio piemontese;
  • Una maggiore e migliore fruizione degli impianti sportivi esistenti in Piemonte;
  • La promozione di tutti gli sport, agonistici e non, con particolare attenzione alle categorie più deboli;
  • Rendere lo sport accessibile a tutti, abbattendo barriere architettoniche, burocratiche, economiche, sociali;
  • Sostenere gli sport minori e di tradizione.

Obiettivi

  • La creazione di strutture a sostegno dello sport e a disposizione della comunità.
  • L’adozione di criteri più chiari e meritocratici nell’assegnazione di contributi e nelle assegnazioni.
  • Incentivare la pratica sportiva per i bambini in età scolare, attraverso il coinvolgimenti di Associazioni, Federazioni, Università ed altre realtà del mondo sportivo.
  • Rendere lo sport accessibile a tutti, abbattendo le disparità sociali ed economiche.
  • Migliorare il benessere, l’integrazione e la socializzazione della comunità.
  • Dare una nuova vita agli impianti sportivi presenti sul territorio, garantendone la totale fruizione da parte della collettività.

Nelle Istituzioni

Creazione di un Testo Unico per lo sport

Avviare un confronto serio e costruttivo con gli operatori e le associazioni sportive con l’obiettivo di  riorganizzare l’intera legislazione regionale in materia e creare un Testo Unico dello sport. L’intenzione è di creare ordine nella normativa vigente, rendere più agile la parte burocratica, promuovere la pratica e la diffusione dell’attività sportiva e dell’attività motorio-ricreativa nel territorio regionale in maniera più capillare, con una particolare attenzione alle categorie più deboli, e valorizzare la funzione sociale e preventiva dello sport per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Stop ai finanziamenti a pioggia e controllo delle assegnazioni dirette

Non è più possibile elargire finanziamenti a pioggia a qualunque associazione sportiva senza parametri dettagliati e ponderati. Per ottenere un finanziamento debbono essere redatti appositi bandi il cui esito sia regolato da precise discriminanti che tengano in considerazione, tra gli altri punti: incidenza sul territorio, impatto sociale e sue ricadute, storico dell’associazione, ed altri criteri che garantiscano in primis la riconoscibilità dei meriti dei progetti proposti.

Allo stesso modo tutte le assegnazioni dirette da parte dell’Assessorato debbono essere valutate da organi consiliari preposti prima di avere il nulla osta. L’Assessore infine si rende pienamente responsabile delle sue scelte e deve essere in grado di giustificarle in qualsiasi momento.

“Sportello unico dello sport” nei centri urbani di dimensioni medio-grandi

Proponiamo l’ incentivo alla creazione, nei centri urbani dove sia necessaria, una struttura comunale di coordinamento e sostegno allo sport cittadino, definito come lo “sportello unico dello sport” che sia di supporto ed aiuto per tutte le azioni ed iniziative delle società e dei cittadini.

Censimento dei centri sportivi e caccia alle Società fittizie

E’ necessario istituire un registro di tutti i centri sportivi e del loro stato di manutenzione. Allo stesso tempo si dovranno intensificare i controlli su quei casi di società fittizie che si dichiarano in attività, talvolta riescono anche a prendere fondi pubblici ma che in realtà non esistono se non sulla carta.

Favorire l’aggregazione delle Società in polisportive

La frammentazione sul territorio di società sportive tende a frammentare l’offerta condizionando indirettamente la scelta di uno Sport, anche sulla base di ragioni di prossimità geografica, con un ragionamento del tipo: “Il bambino vorrebbe fare ginnastica artistica ma è a 50 Km da casa, cerchiamo uno Sport che sia più vicino”. L’aggregazione in polisportive poste a distanze ragionevoli permetterebbe di aggregare in un solo centro più attività sportive in modo da essere più facilmente raggiungibili e dare più stimoli ai bambini;

Creazione di un Portale dello sport interattivo

Non solo una vetrina delle attività sportive presenti nella nostra Regione, ma una vera finestra di dialogo tra l’amministrazione pubblica, le società-federazioni ed un contatto diretto con la cittadinanza, avendo uno spazio virtuale, per tutte le richieste e proposte relative allo sport nella nostra regione.

A scuola

Più sport a scuola. Progettualità condivisa con Università, Federazioni e Associazioni sportive

È necessario diffondere i valori e l’amore per lo Sport fin dalla scuola primaria.

Oggi c’è una doppia carenza, qualitativa ed organizzativa. Una o due ore curriculari di educazione fisica non sono sufficienti per far comprendere ai ragazzi quanto importante sia l’attività sportiva e c’è poco coordinamento tra Scuola e mondo sportivo.

E’ necessario quindi un tavolo di progettazione condiviso con Università, Federazioni e Associazioni sportive per sviluppare una collaborazione più concreta tra Scuola e la realtà sportiva.

Voucher attività sportive a sostegno studenti famiglie reddito basso

L’educazione alle attività sportive è di primaria importanza sin dalla giovane età. Spesso le motivazioni che impediscono alle famiglie di incoraggiare i figli alla pratica sportiva sono di natura economica. A tal fine, proponiamo di istituire dei voucher che consentano a studenti appartenenti a famiglie a basso reddito di sostenere i costi relativi allo svolgimento di attività sportive.

A livello sociale

Rivalutazione degli sport con un alto impatto positivo sulla salute.

È sotto gli occhi di tutti come il nostro Paese stia letteralmente sparendo da tutte le classifiche degli Sport che prevedono un alto impegno atletico. Nell’atletica in particolare, il numero di italiani che primeggia è sensibilmente inferiore rispetto ad altri Paesi. La ragione è che una “pigrizia” dilagante sta orientando sempre di più la popolazione verso Sport più tecnici e meno atletici. Tuttavia gli Sport di fondo (nuoto, corsa, ciclismo, e via dicendo), se ben fatti, regalano all’atleta un vero e proprio patrimonio per il futuro in termini di benefici salutistici.

Pur riconoscendo le centinaia di aspetti positivi di altri Sport è importante recuperare questo valore per far crescere una società più sana;

Più sport per tutti

Ad oggi ci si concentra principalmente sullo Sport in età giovanile ed agonistica. La verità è che se da un lato in questo modo ci si prende cura di tutto l’aspetto pedagogico di cui abbiamo già parlato, dall’altro le centinaia di migliaia di amatori che si dedicano al loro Sport, e le Associazioni che se ne occupano, vengono letteralmente abbandonate a loro stesse, proprio nel periodo in cui invece la pratica sportiva arreca vantaggi e benefici non indifferenti. E’ necessario promuovere l’attività fisica come elemento utile al benessere psico-fisico dell’individuo ad ogni età e a prescindere dalla situazione economica e sociale. In tal senso, la Regione deve intervenire attraverso azioni mirate che consentano una più ampia partecipazione ad attività sportive.

Promozione e sostegno campionati e tornei come mezzo di integrazione (disabili, stranieri, detenuti)

La Regione deve essere in grado di fornire le risposte più adeguate ai bisogni delle fasce deboli e sempre maggiori opportunità, negli ambiti della vita quotidiana e del tempo libero, che consentano la più ampia accoglienza ed integrazione di tutti i suoi cittadini.

Com’è noto, lo sport è un valido strumento per il superamento di una delle sfide più difficili: l’inserimento sociale. Contribuisce a soddisfare le esigenze di socializzazione, genera nuove opportunità e amicizie, aiuta a superare le barriere.

L’organizzazione di eventi-partite, la formazione per gli atleti e l’aggregazione post allenamento (il “terzo tempo”) possono rappresentare importanti occasioni per offrire un’esperienza sportiva e umana completa che sappia superare il limite delle abilità o delle diversità di ciascun individuo.