L’accordo anti smog del bacino Padano è un “semaforo” allargato, una misura emergenziale già sperimentata in Piemonte con modesti risultati dovuti a limiti troppo blandi. I blocchi del traffico previsti dal testo sembrano più incisivi, ma manca un’azione preventiva come richiesto dal Movimento 5 Stelle. Nella versione definitiva dell’accordo, che deve essere ancora sottoscritto, non siamo disposti ad accettare che altre regioni, pensiamo ad esempio al Veneto, fermino misure virtuose per l’ambiente.
Inoltre continua a mancare un’alternativa concreta al mezzo privato. Serve un piano di investimenti per il trasporto pubblico, altrimenti si rischia la paralisi mettendo in difficoltà i cittadini. Pensare di risolvere il problema bloccando soltanto i veicoli privati sarebbe miope.
Anche il Piano dell’aria della Regione Piemonte è carente sotto il profilo del trasporto pubblico. Mancano fondi certi e programmazione di lungo periodo, aspetti fondamentali se s’intende perseguire un cambiamento culturale come il passaggio dalla mobilità privata a quella collettiva e sostenibile.
Non è previsto nessun investimento in più per il trasporto pubblico locale piemontese, già oggi al collasso. Impossibile pensare che ulteriori cittadini scelgano di abbandonare il mezzo proprio in mancanza di un’alternativa concorrenziale.
Per quanto riguarda il rinnovo del parco mezzi pubblici è assai discutibile la scelta di sostituire veicoli diesel con altri veicoli a gasolio mentre un trattamento più severo è riservato alle auto dei cittadini. Vorremmo parità di trattamento e motori davvero puliti per la collettività.
Gruppo regionale M5S Piemonte