Preoccupa – ma non stupisce – la decisione del Tar di respingere la richiesta avanzata dalla Giunta Lo Russo di sospendere il provvedimento di chiusura dei cinque uffici postali a Torino. In attesa della pronuncia definitiva del tribunale, il piano di riorganizzazione di Poste Italiane è quindi confermato. A chiudere, come noto, sono gli uffici “Torino 55” di via Nizza 8, “Torino 13” di via Guicciardini 28, “Torino 78” di via Verres 1A, “Torino 53” di Corso Casale 196 e “Torino 54” di via Alla Parrocchia 3A. Una brutta notizia per tutti ma soprattutto per le fasce più fragili della popolazione, a partire dagli anziani, che perdono così un importante servizio di prossimità nei quartieri.
Auspichiamo che la pronuncia definitiva possa ribaltare la situazione e consentire alla Città di Torino di mantenere attivi gli uffici postali, ma non possiamo che stigmatizzare l’inerzia che ha contraddistinto l’operato della Giunta Lo Russo, con il sindaco che inizialmente ha preso sottogamba la questione per poi svegliarsi solo all’ultimo, battendo i pugni a cose praticamente già fatte. Un immobilismo che ha fatto il paio con quello della Regione Piemonte, che avrebbe potuto fare pressioni tramite il Governo Meloni per trovare una soluzione.
Se gli amministratori torinesi e regionali avessero osteggiato prontamente e con fermezza la decisione di Poste Italiane, come fatto ai tempi della Giunta Appendino, forse oggi quegli uffici sarebbero ancora aperti.
Alberto Unia, Consigliere regionale M5S Piemonte