di Davide Bono
Vi ricordate che a ottobre l’ex-Assessore alla Sanità, Monferino, tuonava che la Regione era tecnicamente fallita?
Dal dicembre 2010, la Giunta Cota, compreso il disastro finanziario in cui la Giunta Bresso ci aveva lasciati, derivati inclusi, non aveva più chiuso un bilancio.
Oggi, a distanza di pochi mesi, si grida al miracolo: la Regione Piemonte è riuscita ad approvare il bilancio nei termini, pagherà i fornitori in “tempi europei” ed il fallimento sembra scongiurato.
Merito del rimpasto di Giunta di marzo, con il neo-Assessore al Bilancio, Pichetto? Di sicuro, l’ex-parlamentare di bilancio ne mastica, ma il segreto sta nel grosso aiuto di Roma, parlo del Decreto Legge 35 (sblocca pagamenti).
Il DL35 è nient’altro che un’anticipazione di cassa (cioè un prestito) per pagare i fornitori di tutti gli enti pubblici che sono alla canna del gas: l’hanno studiato ed emendato i nostri nuovi parlamentari, si parla di circa 40 miliardi di euro in due anni, di cui almeno 3,3 miliardi andranno al territorio piemontese e 2,8 alla Regione Piemonte, di cui più di 1,2 miliardi già nel 2013 (803 milioni di euro per crediti sanitari e 447 milioni per crediti non sanitari) ed il resto nel 2014.
Tutti esultano, ma se ben si ragiona, si tratta solo di nuovo debito per sanare altro debito. Pur essendo vero che a fine 2012, ormai i pagamenti erano allo sbando, con i fornitori pagati a 300 giorni e crisi in diverse Asl e consorzi socioassistenziali, nonché aziende del trasporto pubblico locale ed il rischio di non pagare gli stipendi.
Però sempre di nuovo debito trattasi. Per coprire tale debito, la Giunta Cota ha aumentato l’addizionale Irpef per un importo pari a circa 170 milioni di euro annui a partire dal 2014 (48 nel 2013), per i prossimi 30 anni.
Quindi, azzereremo il debito con i fornitori nel 2014, ma abbiamo aumentato il debito ad oltre 9 miliardi di euro (il debito consolidato ancora non si conosce, ma si dice ben sopra i 10 miliardi). Il rendiconto 2012 infatti ce l’avevano presentato con un disavanzo di 1,15 miliardi di euro come vedete:
ma si è chiuso con il disavanzo record di 2,83 miliardi di euro, avendoci messo tutti i debiti che erano stati “nascosti”; disavanzo che ripianeremo con l’anticipo di cassa dello Stato nel 2013 e 2014, ma si trasferirà nelle passività patrimoniali (cioè debito sotto forma di mutui) che al 1 gennaio 2012 già ammontavano a 6,6 miliardi di euro.
E se fosse finito qui, tant’è. Tutti gli anni pagheremmo le nostre rate mutui di circa 500 milioni l’anno e pian pianino tutto si aggiusterebbe.
Il problema è che il bilancio non è praticamente mai in pareggio.
Della Giunta Bresso ormai si conoscono tutte le alchimie finanziarie, compreso l’ormai famoso disimpegno di 864 milioni di euro della Sanità fatto il 30 marzo 2010: cioè spese che le Asl avevano fatto e messo nel loro bilancio e attendevano dalla Regione, che la Regione stessa tolse dal proprio Bilancio. Sì, il 30 marzo è il giorno dopo il voto delle regionali che hanno eletto Cota Presidente, per capire con che “personaggi” abbiamo a che fare.
La Giunta Ghigo fu la prima a creare miliardi di debito.
La Giunta Cota continua l’andazzo degli altri: nel 2012 mette un finto avanzo di bilancio di 400 milioni, mentre è notorio e verrà sancito dal rendiconto del 2011 un disavanzo di 484 milioni; gonfia le entrate; finge di contrarre mutui che oramai la Regione, troppo indebitata, non può contrarre; prova a vendere immobili, compresi gli ospedali, a fantasiosi Fondi Immobiliari.
La Corte dei Conti lo sa e monita parecchio nel 2012 e rettifica, finalmente, con i nuovi poteri di controllo sui bilanci degli Enti Locali, nel 2013. Ma solo ex-post, cioè dopo che il danno s’è fatto. I partiti non hanno voluto che potesse dire la sua ex-ante, sarebbe stata grave ingerenza.
Nel 2010 gli impegni di spesa sono maggiori degli accertamenti di entrate per 537 milioni, nel 2011 per soli 29 milioni, nel 2012 per ben 642 milioni di euro.
E udite, udite, le riscossioni sono molto meno degli accertamenti delle entrate. Ad esempio nel 2010 le entrate previste erano 12,219 mld €, l’accertato 11,355, il riscosso 9,694.
Nel 2011 le entrate previste erano 11,761 mld €, l’accertato 11,047 (pari al 93,93% del previsto), il riscosso 9,608 miliardi (pari al 87% dell’accertato).
Nel 2012 le entrate previste erano 11,472 miliardi,l’accertato 10,436, il riscosso 9,556.
Il non riscosso diventa un “residuo attivo” che prima o poi si spera di intascare, e che si continua a portare dietro nel bilancio, anche per oltre 20 anni, quando non si ha più nessuna probabilità di vedere quei soldi. Mentre, al contrario, gli impegni di spesa non onorati, dopo due anni si cancellano (“perenzione” in gergo tecnico). Così si falsificano, a norma di legge, i bilanci.
Ma chi le ha fatte le regole del bilancio? La politica.
E dulcis in fundo, le entrate stanno rapidamente diminuendo. E sarà sempre peggio: un po’ perché Roma taglia i trasferimenti, un po’ perché non possiamo più contrarre mutui, un po’ perché sta andando in crisi tutto il sistema paese. Avete visto: dai 11,35 miliardi del 2010 ai 10,43 del 2012.
Si tratta quindi di mandare a casa questa classe politica e lavorare per far arrivare le spese a quella soglia lì, mentre ora si veleggia sopra gli 11 miliardi di euro, far aumentare i trasferimenti da Roma, fare investimenti intelligenti e non le solite boiate di cemento inutile che propinano i partiti (tunnel ferroviario a Torino, pedemontana biellese, dighe, tangenziali e autostrade…), usare bene i soldi europei, ridurre le tasse alle imprese.
Per chi vuole approfondire, ecco la relazione del Rendiconto 2012.