martedì, Luglio 15, 2025

Aziende sostenibili: la strada dei ricoperti

Davide Bono alla Vergom

Di Davide Bono
L’attività di Consigliere regionale oggigiorno è un triste prendere atto di aziende che falliscono e chiudono, chiudono e traslocano all’estero, licenziano e riducono la produzione. Siamo in una crisi di sovrapproduzione, di competizione con paesi in cui il costo del lavoro (sicurezza e norme antinquinamento) e dei lavoratori (diritti e paghe) è insostenibilmente  più basso, e di mancanza di liquidità (vista la creazione della spirale del debito da parte delle Banche e dei governi conniventi e incapaci).


Per questo ho deciso di lanciare una rubrica con tutte quelle aziende piemontesi che fanno innovazione o produzione sostenibile riducendo l’impatto diseconomico, sociale, ambientale sul pianeta. Fatemi le vostre segnalazioni di qualunque filiera (alimentare, vestiario, comunicazione, trasporti, design…) per costruire una rete di “aziende sostenibili”.
Negli scorsi mesi ho presentato:
– il progetto di centraline che rendono utilizzabile dai motori a ciclo diesel anche il gpl o il metano, più economici e meno impattanti, ancora in attesa dell’omologazione italiana;
– il primo negozio di prodotti sfusi ad Asti, con cui è iniziata una collaborazione su un progetto.
Oggi vi parlo di una realtà misconosciuta e bistrattata, quella dei costruttori di pneumatici ricostruiti.
Attualmente la mobilità privata rimane una delle principali fonti di inquinamento con una responsabilità di almeno il 20%. Rimane quindi importante una trasformazione continua delle alimentazioni da benzina a gas, e in un futuro sempre più prossimo dei motori da combustione interna ad elettrico che ridurrebbe notevolmente il consumo di energia primaria (con un rendimento dalla fonte alla ruota più che doppio*) ed eliminerebbe il consumo di pastiglie dei freni, olio motore e filtri vari, ma rimarrebbe – oltre al problema del recupero delle batterie esauste – il consumo dei pneumatici.
Oggi si stima che solo in Italia si generino ogni anno circa 380 mila tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU), di cui più di un quarto sfugge ad ogni controllo e finisce in discariche abusive o disperso nell’ambiente. Della restante parte, una quota è purtroppo avviata ad incenerimento con le conseguenze nefaste che conosciamo, un’altra viene triturata a polverino e granulato di gomma usati per produrre asfalti modificati, barriere insonorizzanti ed anti-erosione, fondazioni stradali, superfici per impianti sportivi, tappetini, pannelli isolanti, delimitatori del traffico e membrane impermeabilizzanti.
Il comma 14) dell’articolo 52 della legge 448/2001, ha introdotto «Per finalità di tutela ambientale correlate al potenziamento del settore della ricostruzione dei pneumatici usati chele amministrazioni dello Stato, delle regioni, degli enti locali e i gestori di servizi pubblici e dei servizi di pubblica utilità, pubblici e privati, nell’acquisto dei pneumatici di ricambio per le loro flotte di autovetture e di autoveicoli commerciali e industriali, riservano una quota dell’acquisto di pneumatici ricostruiti pari ad almeno il 20% del totale». Una risoluzione della Commissione Ambiente del 2009, approvata all’unanimità nel 2009, impegnava il Governo a far rispettare l’obbligo di legge, aumentando al 50% la quota di utilizzo di pneumatici ricostruiti.
Dal 7 settembre 2011 è stato introdotto un ecoincentivo a spese dell’acquirente che impone a produttori ed importatori la consegna a consorzi di smaltimento (in Piemonte il Consorzio di Bra) di una quantità di PFU pari a quelli immessi, gettando nel panico la filiera del ricostruito che sottrae pneumatici usati, esclusi quelli con difetti o scarsa qualità della carcassa, per ricoprirli di nuovo battistrada. Abbiamo interpellato l’Associazione Italiana Pneumatici Ricostruiti (AIRP) e anche loro sono in attesa degli eventi: sembra però che ci sia già stato un drastico calo della reperibilità di pneumatici usati ricostruibili.
Io ho personalmente visitato un’azienda piemontese, eccellenza artigiana del settore, la Vergom di Trino Vercellese, che con 10 artigiani ricostruisce pneumatici per utilizzo stradale dal 1965. Sia per camion (i quali già oggi usano circa il 50% di pneumatici ricostruiti) che per auto anche di modello sportivo (gomme omologate per categorie oltre i 260 km/h).  Dopo aver apprezzato la bontà dei processi produttivi ho voluto provare un set di gomme ricostruite: -50% di impatto sull’ambiente, -50% per le mie tasche. Al di là dell’aspetto economico, potrebbero avanzarsi dubbi sulla sicurezza: dal 2006 i ricostruiti devono essere certificati ECE ONU 108, cioè sottostanno alle stesse prove di resistenza, affidabilità e durata previste per gli pneumatici nuovi. Inoltre oltre il 90% degli pneumatici degli aerei è ricoperto (e hanno altre sollecitazioni) e i pezzi di pneumatico da camion che capita di trovare ai bordi delle nostre autostrade provengono da gomme esplose e non da distacchi di battistrada (prova ne è che spesso questi pezzi hanno la tela metallica in vista e che questa fa parte della carcassa della gomma e non del battistrada).
Ovviamente è presto per fare bilanci, però mi viene da pensare ad un Governo schizofrenico: da un lato obbliga all’utilizzo di ricostruiti (tra l’altro chi controlla il rispetto delle quote?) e dall’altra uccide l’approvvigionamento della materia prima seconda. Per questo ho presentato un’interrogazione in Regione sui relativi controlli e nel frattempo seguirò gli sviluppi della vicenda.
*Tesi del Dott. Roberto Agnolin, Università degli studi di Padova

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14 Commenti

  1. puoi fare un ordine del giorno a sostegno chiedendo una mappatura sul tuo territorio delle aziende sostenibili presenti…

  2. I pneumatici sono l’unica cosa che ti tiene attaccato all’asfalto. Preferisco spendere di più e sapere cosa cosa ho sotto la macchina che rischiare. Due metri in meno di frenata sono 4000 euro risparmiati dal carroziere, quando si è fortunati.
    Se volete rischiare per risparmiare fate pure. Ma se tirate sotto un bambino che sbuca all’improvviso glielo spiegate voi alla mamma che non avete voluto spendere per le gomme?

  3. ….Preferisco spendere di più e sapere cosa cosa ho sotto la macchina che rischiare….
    MA SE HANNO LA STESSA OMOLOGAZIONE DI QUELLI NUOVI….COSA SCRIVI A FARE QUESTE PERPLESSITA’?
    SEI X CASO UN GOMMISTA O HAI INTERESSI DERIVANTI DAI PNEUMATICI NUOVI?

  4. “…realtà misconosciuta e bistrattata…”
    Beh, mica tanto, si deve certamente fare mooolto di più (benvenga), ma non mi sembra proprio così, è una delle poche cose buone disponibile da diversi anni e ben conosciute. Non ho faticato a trovarne di ricoperte persino per la moto………
    p.s.
    Con i pneumatici triturati trattano anche le pareti delle gallerie, il tunnel gelmini ne è completamente rivestito :)))

  5. Favorevolissimo a tutto ciò che aiuta l’ambiente ma mettere a repentaglio la vita no! Ho avuto una pessima esperienza con un treno di gomme ricoperte, mi si è smontato un pezzo di battistrada in autostrada a velocità piuttosto elevata (comunque entro i limiti), per fortuna non si è fatto male nessuno ma da allora, mi scusino i produttori, li sconsiglio a tutti. Ripeto, il rapporto vita – beneficio per la natura secondo me pende dalla parte della vita. Sono conscio del fatto che potrebbe essere stato un difetto di fabbricazione ma nel dubbio…

  6. Peccato che nel Lazio, e soprattutto nel parlamento nazionale, il Movimento 5 Stelle non è ancora arrivato. Spero nelle prossime elezioni. Come dice Grillo basta uno, una piccola falla e la diga prima o poi crolla.

  7. x me sarebbe un’ottima idea purchè i venditori distinguano le due categorie di pneumatici…chissà quante ruote ricoperte vendono per nuove!!!!!Forse c’è un modo per riconoscerle??????

  8. Un paio di anni fa ho montato gomme ricoperte di una notissima marca italiana su una Opel Vectra, misura 195-65-15. Purtroppo l’esperienza è stata a dir poco pessima, scivolosissime sul bagnato, quasi come gomme slick, incredibilmente rumorose al punto da far credere al mio meccanico che tutti i cuscinetti fossero rotti, in curva tenuta ridicola, da brividi, la spalla cedeva come fosse di burro nonostante tenessi sotto rigoroso controllo la pressione. Se si cerca un prezzo basso molto meglio orientarsi su gomme cinesi o economiche, ma nuove, almeno finchè la tecnologia delle ricoperte rimarrà questa. Mi spiace dirlo perchè la rigenerazione delle gomme è un’ottima idea, riduce enormemente lo spreco di materia prima.

  9. Lavoro nel mondo dell’automobile ma non sono gommista, né ho interessi relativi se non quelli di un appassionato (di automobili) che va in pista per migliorare la tecnica di guida. Proprio la passione per la pista mi fa dire che le gomme sono _FONDAMENTALI_ e anche tra quelle “nuove” ci sono notevoli differenze.
    Una gomma di buona qualità, non necessariamente sportiva, e l’assetto fatto per quella gomma sono indispensabili per avere la massima sicurezza. Dopo dipende solo dal tenere il cervello acceso.

  10. Voglio mettere un P.S. a ciò che ho postato ieri sera.
    Perchè non puntare su pneumatici per mezzi da lavoro? Muletti, trattori, mezzi da cava, mezzi non circolanti su strada insomma, mezzi nei quali il malfunzionamento di uno pneumatico abbia come unica conseguenza (o quasi) la perdita del tempo necessario alla sostituzione.

  11. Non so ora se vi esistono altri sistemi per riciclare le ruote usate. Mio padre che ha fatto il gommista per anni (dai 15 ai 25 anni), mi ha sempre sconsigliato di usare gomme ricoperte.

  12. Quando ho affermato che mio padre mi ha sempre sconsigliato le gomme ricoperte, oggi mi ha spiegato che nel mio caso, si trattavano di gomme le cui carcasse non erano sicure. “I pro delle ricoperte e i contro”
    I pneumatici ricoperti sono ottimi quando si tratta di mezzi a breve percorrenza o tratti urbani. Il problema non è la stabilità della ricopertura, ma l’integrità della carcassa che avendo già vissuto una vita, potrebbe aver ereditato traumi o sollecitazioni eccessive, quindi per percorsi lunghi e impegnativi, se la carcassa non è stata più che ben controllata (ad esempio a raggi X) un minimo di rischio c’è.
    Per quanto riguarda gli aereoplani è vero che adoperano gomme ricoperte, essenzialmente per due ragioni: la prima è che pur avendo forti sollecitazioni la durata di chilometraggio è pur sempre minima e difficilmente corrono il rischio di traumatizzarsi; inoltre “la para,” (mescola) usata per la ricopertura è più morbida e quindi, tiene meglio la frenata e l’eventuale sbandata.
    Sotto il punto di vista ambientale sono più che d’accordo, però economicamente per il consumatore poco attento all’ecologia non c’è molto risparmio, poiché appunto per i motivi della mescola morbida, si consumano molto più velocemente e quindi vanno cambiate più spesso. Per cui a una persona anche se parsimoniosa, non sono appetibili più di tanto. Oltretutto ci sono in commercio gomme nuove e non ricoperte il cui prezzo si avvicina a quella delle gomme ricoperte.
    Devo ricordare che decenni fa, fu la Pirelli che per boicottare la ricopertura, fece le carcasse in modo da non dare nessun tipo di garanzia riguardante la carcassa dei pneumatici. Questa fu una delle ragioni per cui le gomme ricoperte andarono in disuso.
    A mio avviso altro discorso sarebbe di sensibilizzare gli industriali del settore producendo carcasse tessili, le quali sono quasi del tutto ecocompatibili, e sono valide almeno quanto quelle radiali.
    Monica.

  13. Bene, bravi, bis e complimenti !
    Da ormai 7 anni utilizzo pneumatici estivi ed invernali di questi Signori, ormai amici.
    Quindi sono in conflitto d’interessi.
    E parto da Bologna dove vivo, fermandomi da loro per l’inversione delle gomme, perchè ho parenti ad Asti.
    Giusto ieri li ho chiamati e mi hanno detto della vs. visita.
    Mi piace il libero arbitrio quindi in tema di gomme ognuno faccia la sua scelta.
    Credo ci sia spazio per tutti.
    Però quando vedo gente che storce il naso faccio quantomeno presente che aerei di linea decollano ed atterrano con pneumatici ricostruiti.
    E’ una teconologia sicura.
    Ancora bravi per l’iniziativa.
    Penso seguirò Vi seguirò con maggior attenzione di quanto fatto finora.

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